Un’altra falsa speranza per la vendita delle opere del Monte dei Paschi di Siena
SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo il comunicato firmato da Felicita Rotundo.
“Nell’articolo apparso sui giornali “MPS opere d’arte da gestire come un tesoro”, vi sono grossolane imprecisioni, e ciò dimostra, da parte dell’autore, un vero e proprio esercizio di cerchiobottismo e, al pari degli esempi che ci sono giunti durante la campagna delle elezioni politiche, trova giustificazione solo nel fine ultimo di trovare consensi per le prossime elezioni amministrative; ma i lettori, crediamo, non abbiano memoria corta e, se hanno seguito con attenzione l’excursus della vicenda che da alcuni mesi occupa le pagine dei giornali, sapranno distinguere chi si è sforzato di trovare soluzioni da chi ha solo cercato di auto referenziarsi attribuendosi meriti.
Tanto per fare chiarezza, il vincolo di collezione delle Opere MPS emesso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, come dichiarato dal Soprintendente, architetto Anna Di Bene, è cosa fatta ed è già stato notificato agli interessati. Questo è un importante primo passo avanti nella tutela del patrimonio artistico della Banca in quanto, ed è questa la novità, il decreto del 21 marzo scorso contiene la clausola della pertinenzialità alla sede storica della Banca e alla città di Siena. Ciò però non può bastare in quanto nel vincolo sono comprese solo alcune collezioni, quelle più significative e direttamente legate alla storia della Banca, che non potranno essere smembrate in alcun caso e dovranno restare nella sede di piazza Salimbeni . L’impegno assunto dal Soprintendente, è la prosecuzione del lavoro di ricognizione al fine di individuare tutti quei beni che formano altrettante collezioni della Banca e che rivestano particolare interesse culturale per la città di Siena.
Va comunque ribadito che ad oggi non vi è la possibilità di stilare elenchi di opere d’arte “non notificate” (leggesi “non vincolate”) di proprietà del MPS e quindi “liberamente alienabili”, almeno fino a quando non sarà terminato il lavoro di ricognizione e di verifica dell’interesse culturale da parte della Soprintendenza di tutti i ben oltre 30.000 pezzi, come da sito ufficiale della Banca, tra opere d’arte, monete, arazzi, ed arredi e ciò, come presumibile, comporterà tempi lunghi. Va osservato infatti che tutto il patrimonio di beni immobili e mobili appartenente alla Banca MPS, già Istituto di diritto pubblico fino al 1995 , è sottoposto alla Legge di Tutela dei Beni Culturali e vincolato “de jure” come d’altra parte già dichiarato mesi fa dagli organi preposti del MiBACT.
Per tale motivo non può essere venduta nessun opera o bene di proprietà della banca che abbia più di 50 anni, senza la preventiva autorizzazione della Soprintendenza la quale deve esprimersi nel merito e cioè se dall’alienazione deriva o no danno alla conservazione dei beni stessi, e dettare le prescrizioni riguardo agli interventi di restauro necessari, alla loro destinazione d’uso e soprattutto riguardo alla fruizione pubblica che non può essere menomata. Ciò, come presumibile, non costituisce motivo ostativo alla vendita, ma può solo rendere meno agevole l’alienazione sia di singole opere, o anche di intere collezioni, a meno che esse non vengano dichiarate di pertinenza della banca di Siena. E qui entra in gioco il procedimento di vincolo delle molteplici collezioni, frutto di una stratificazione storica di committenze e di acquisti mirati, e del loro legame rispetto alla sede storica della Banca e alla città di Siena.
Non era quindi casuale l’inserimento della vendita dei beni, nel piano industriale della Banca, perché l’alienazione era possibile sino ad emanazione del decreto di vincolo.
Nei precedenti comunicati del Circolo Sena Civitas si legge testualmente: “Il Codice dei beni culturali e del paesaggio emanato nel 2004 definisce beni culturali tutti quei beni mobili e immobili appartenenti allo Stato, alle Regioni, agli Enti territoriali, nonché ad altro Ente ed Istituto pubblico (nella fattispecie rientra la Banca MPS già Istituto di Diritto Pubblico), e a persone private senza scopo di lucro ivi compresi gli Enti Ecclesiastici, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. E arriviamo al nostro caso, sono comprese tra i beni culturali a chiunque appartenenti, le collezioni o serie di oggetti che per tradizione… per rilevanza artistica, rivestano, come complesso, un eccezionale interesse.
E’ evidente che in questo caso occorra un decreto che ne dichiari appunto ‘l’eccezionale interesse’, mentre va da sé che le opere costituenti il patrimonio della Banca in quanto già di proprietà di Ente Pubblico, siano notificate opelegis ai sensi dell’art. 12 del Codice che ricorda come le disposizioni di tutela si applicano ai beni anche qualora i soggetti cui essi appartengono mutino in qualunque modo la loro natura giuridica. E’ questo il caso del Monte dei Paschi di Siena che da ente di diritto pubblico si trasformò nel 1995 in S.p.A .. Da questa norma deriva quindi che il patrimonio artistico della Banca sia dunque ope legis soggetto alla tutela del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. La distinzione fra patrimonio pubblico e patrimonio privato ha imposto per la SpA MPS un vincolo con decreto ministeriale, a differenza dell’Ente Fondazione MPS verso la quale il vincolo è de jure .”
Siamo convinti che le istituzioni pubbliche, e il Comune, affiancheranno in futuro la Soprintendenza affinché Siena possa conservare all’interno delle sue mura “l’intero” patrimonio artistico, unico al mondo, messo insieme nel corso dei secoli; un patrimonio che va ad integrare quanto esiste nei musei statali e comunali, nelle chiese e nelle tante raccolte degli enti (Pie Disposizioni, Misericordia, Accademia dei Fisiocritici , Contrade, etc.).
Auspichiamo che questo importante patrimonio conservato nelle sedi storiche di una Banca che ha fatto la gloria e condizionato per secoli la storia politica sociale ed economica della città, possa diventare quindi patrimonio di tutti ed entrare a far parte del sistema museale di Siena.
Felicia Rotundo / Circolo Sena Civitas