SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
“Quello delle nomine nelle partecipate del Comune, è da sempre argomento spinoso. La città ha spesso rumoreggiato, anche quando la quantità di nominati, sino a pochi anni fa, considerate le influenze politiche sulle scelte della Fondazione e della Banca MPS, rendeva possibile il coinvolgimento diretto di molte centinaia di politici e tecnici.
Va premesso che ieri come oggi tutto avviene nel totale rispetto delle norme. Esistono infatti indiscutibili prerogative del Sindaco che, giustamente, garantiscono totale discrezionalità e libertà, con conseguente responsabilità e valutazione collettiva dell’operato.
Sena Civitas ritiene importante aprire un dibattito cittadino e iniziare anche un confronto sul tema.
Molti senesi, negli anni passati, alla coerenza hanno preferito la convenienza, pur di rimanere sempre dalla parte dei vincitori. Quando parliamo di vincitori ci riferiamo agli appartenenti ai gruppi di potere politico che erano determinanti ieri e, a nostro avviso, lo sono in parte anche oggi, con la prospettiva di tornare in campo.
Noi abbiamo lealmente sostenuto e continuiamo convintamente a sostenere il Sindaco De Mossi, certi delle sue capacità e della sua volontà di fare risalire la china a Siena, distrutta nelle sue fondamenta economiche, da una scellerata politica dei partiti di sinistra, in cui si celavano molti opportunisti politicamente non etichettabili.
Da qui la riflessione che ne consegue è che il primo passo per realizzare un effettivo cambiamento di metodi e mentalità, sia quello di valutare positivamente quanti rappresentano professionalità e non siano stati ai vertici di un sistema di potere crollato dopo 70 anni.
Uniche eccezioni condivisibili possono interessare quanti si sono distinti in un percorso pubblico di critica verso un metodo politico che li vedeva compiacenti.
Questo consentirebbe lo sviluppo di una classe dirigente rivolta ad un tangibile cambiamento; aspetto che recenti scelte fatte sembrano non aver colto.
Nei secoli, Siena ha saputo esprimere innegabilmente grandi personalità e competenze, alcune delle quali anche nei periodi di governo della sinistra.
Limitando il ragionamento alle nomine sulle partecipate, non ci spieghiamo il perché si rivolga lo sguardo altrove o perché si ipotizzino possibili sovrapposizioni di incarichi, quasi che un gruppo molto ristretto di governo, più che a logiche di ampio respiro e di prospettiva, tenda a consolidare uno status autoreferenziale che solo il tempo farà capire quali reali contenuti di cambiamento porta con sé”.