"Se non va in porto l’aumento di capitale, qualunque scenario è possibile"
SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
“Il Piano Industriale presentato dall’AD di MPS Lovaglio non può partire se non va in porto l’Aumento di Capitale di 2,5 €mld. Un fallimento di questo fondamentale passaggio non avrebbe alcun Piano B, ma porterebbe la Banca verso un futuro dove ogni possibile scenario, compresi quelli più drammatici, potrebbe avverarsi.
Purtroppo, come è capitato in molti passaggi cruciali che la Banca ha dovuto attraversare in questi ultimi anni, anche stavolta ci troviamo in un contesto che è difficile immaginare più sfavorevole. Per questo motivo, il primo appello che ci sentiamo di lanciare al governo uscente e a quello “in pectore” è di fare il possibile affinché l’Aumento di Capitale vada in porto secondo le aspettative.
Risolto questo primo passaggio fondamentale, la Banca dovrà gestire una operazione di uscita anticipata del Personale di entità tale da rendere adeguato il termine “esodo”. L’impatto di una uscita istantanea di 3500 persone (che potrebbero arrivare oltre le 4000, secondo le informazioni diffuse ieri dalle Organizzazioni Sindacali) è senza dubbio in grado di mettere in grave difficoltà ogni organizzazione aziendale. Qui, le istanze che ci sentiamo di dover rappresentare, sono di due ordini. In primo luogo, occorre che la Banca individui la migliore modalità di gestire questo surplus di domande, senza generare iniquità tra i richiedenti e al contempo senza rendere impossibile la copertura degli ampi spazi di organico che, in particolare nelle Filiali, si verranno a creare da dicembre. Dall’altra parte, avendo presente la situazione di chi rimarrà in Banca, occorrerà senza dubbio varare un piano di nuove immissioni di personale, attuando quindi un circolo virtuoso sui territori per creare nuova occupazione e ridare prospettive di rilancio reale alla Banca, da troppo tempo ormai al palo per quanto riguarda investimenti in innovazione.
Sullo sfondo, come sempre, c’è il futuro della proprietà e del radicamento sul territorio di Siena. L’oggettiva diminuzione degli addetti non deve essere sinonimo di un disimpegno della Banca dalla città e dalle sue realtà sociali e produttive che, anzi, alla luce delle difficoltà macroeconomiche alle porte, ha ancora più bisogno di una Banca efficiente e di prossimità sul nostro territorio. In questo senso, la riuscita del Piano Industriale, come abbiamo sempre sostenuto, deve avere come primo obiettivo l’indipendenza strategica della Banca o, in subordine, il mantenimento di Siena come suo centro decisionale. Altri scenari, in considerazione dei sacrifici che anche stavolta soprattutto i dipendenti sono chiamati a fare, non potranno essere accettati, specialmente da chi nell’ultima tornata elettorale ha rivendicato la sua capacità di intercettare la volontà dei senesi”.