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SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
MPS – AD Bastianini
Ancora una volta nubi di incertezza di addensano sul presente e sul futuro di Banca MPS. Sembra quasi che non sia possibile lasciare gli amministratori e i dipendenti della Banca liberi di lavorare in serenità e dedicarsi ai clienti e agli affari ovvero, in ultima analisi, a fare il proprio mestiere. Eppure ci eravamo illusi di aver rivisto nei numeri del 2021, in attesa della loro piena formalizzazione prevista per il 7 febbraio, un primo, solido barlume di “normalità” per questa banca ormai da troppi anni preda di dinamiche estranee alla gestione ordinaria. Ci eravamo illusi che i dipendenti e le loro famiglie potessero, finalmente, vivere con un po’ più di serenità almeno l’ambito lavorativo, visto il contesto pandemico generale. E invece, ecco di nuovo le turbolenze. L’AD Bastianini sembra essere in procinto di lasciare la guida della Banca, a dispetto dei risultati e di quell’aria, appunto, di “normalità” che era riuscito a portare. E il tutto sorretto dai soli “pare che..”, ” si dice…” insomma dalla solita ridda di ipotesi, che fioriscono quando le cose avvengono nell’opacità. Eppure il fatto che sia proprio il Tesoro il maggiore azionista della Banca dovrebbe essere garanzia di trasparenza, equilibrio e assenza di “retroscena”. Ma forse ci siamo nuovamente illusi anche di questo. Forse, per l’ennesima volta, gli interessi di questa Banca che ci ostiniamo ancora a voler definire “nostra”, sono in mano ad ambienti lontani dalla città, lontani dai senesi, lontani dai dipendenti. E’ ora di finirla! Il sindaco faccia sentire la propria voce e pretenda dal potere politico romano la verità: cosa sta succedendo nuovamente alla nostra Banca? Cosa c’è dietro alla rimozione dell’AD Bastianini? Cosa sta preparando per la Banca, per i dipendenti e per la città la Commissione Europea riguardo al nuovo Piano Industriale? Sena Civitas pone queste domande e si aspetta che tutti quelli che hanno a cuore, come noi, il futuro della Banca e di Siena, le facciano proprie e le rivolgano al socio di maggioranza, a quel Ministero del Tesoro che dovrebbe garantire la promozione del patrimonio economico e finanziario del Paese ma che invece non cessa di stupirci per scelte che sembrano andare in tutt’altra direzione”.