Verifica dei conti della semestrale e dei voleri dei padroni romani
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Tutti gli esperti di motivazioni aziendali sanno che la presenza di un nemico può ricompattare un gruppo deluso, sfiduciato e sfilacciato. Alessandro Profumo, secondo l’Espresso, non si è negato alla mossa ad effetto. Scrive Camilla Conti che il presidente, nel tour di presentazione del piano industriale “ha fatto una singolare rivelazione: l’impatto sulla reputazione di MPS dell’inchiesta giudiziaria su Antonveneta … ha generato fumo, ma un minimo d’arrosto da qualche parte c’è”. Svelata poi la minaccia anonima: “Cercate di capire che purtroppo – ha chiosato allora Profumo – qualcuno si voleva prendere la banca, quindi più si parlava male di noi, più i nostri problemi erano difficili da risolvere. Oggi questa cosa è dietro le spalle e speriamo che questi signori si dedichino a qualcos’altro”. Il presidente della Rocca evidentemente pensa che i senesi mediamente portano l’anello al naso. Chi sarebbe l’interessato acquirente di MPS? Mistero.
Per di più chi opera nel mondo della finanza è uso leggere bilanci e previsioni di mercato; non parlare dei problemi del Monte serve solo a lasciare dipendenti e cittadini nell’ignoranza dei fatti. E’ una intervista a Profumo che muove il mercato azionario, e non le notizie del Cittadinoonline.it, come si è visto in questi giorni. Ma poi i sei mesi di incertezze che hanno seguito l’arrivo di Viola nella Rocca non potevano certo invitare qualcuno a farsi avanti, ben sapendo di chi era la proprietà della banca. La famosa proprietà altrove (Roma).
Ora il socio di maggioranza in Banchi di Sopra è, come sanno tutti, lo Stato. Se poi abbia formalmente, almeno per ora, rinunciato ad avere voce in capitolo attraverso il meccanismo studiato ad hoc dei “Grilli bond”, non significa che non sia il socio di maggioranza. Oggi chi voglia acquistare il Monte e portare via la Direzione Generale deve investire non meno di 8/9 miliardi di euro: 3 al Ministero dell’Economia, 1 per la ricapitalizzazione profumiana, 2 per non irritare Eba e Bce, 2 per ricostituire un minimo di liquidità operativa. E sperare che la bad bank che si prende i crediti deteriorati in portafoglio abbia almeno lo stesso successo di quella del defunto Banco di Napoli di Ventriglia, che ha riportato a casa l’80% circa dei crediti dichiarati inesigibili negli anni Novanta, ma incassati con pazienza negli ultimi 20. Con 8 miliardi si fanno ben altre cose con banche di portata superiore (Intesa e Unicredit hanno una capitalizzazione almeno di 9 volte quella di MPS) oppure se ne fa una nuova di zecca, per di più senza debiti e titoli di Stato. E’ ben singolare al contrario che qualcuno prenda sul serio le “preoccupazioni” di Profumo.
Lunedì sera arriva la previsione degli esperti di Bloomberg che non fa altro che confortare la nostra analisi. Nessuno deve comprare MPS. L’ex deputato Ceccuzzi è stato rimandato a Siena per gettare il cappello per aria, e tutti fuori quelli che non obbediscono alle regole del partito. Se davvero, come scrive la nota dell’agenzia, si porteranno in perdita mille milioni di euro come ammortamento ulteriore di Antonveneta, alla fine dell’anno gli utili non erogati a favore del prestatore creditizio Stato Italiano diventeranno azioni, così si svelerà – fingendo obtorto collo – la situazione che fin dall’inizio hanno voluto in Via Sant’Andrea delle Fratte a Roma: riportare la banca nel perimetro assoluto del PD, stufi ormai delle pretese dei vari Monaci, Marzucchi e chi più ne ha più ne metta, che il Mussari se lo sono levati di torno con l’Abi e le voci dello Ior e della fantapolitica.
E allora, perché salgono le quotazioni in Borsa del Monte? La Fondazione deve vendere ancora un 3,5% di azioni per rispettare fino in fondo gli accordi con i creditori, e non è stato fatto prima perché l’operazione è possibile solo con il valore del titolo a 0,40 euro: con i numeri di oggi non darebbe i risultati obbligatoriamente necessari. Dopo la presentazione della semestrale – ormai il 28 agosto è vicino -, che non si annuncia positiva in ogni caso è bene che il signor Profumo parli chiaramente alla città e dica chi sarà il sottoscrittore del miliardo di quell’aumento di capitale che Mancini non può impedirgli.
