SIENA. Mps: nel Mercato evapora, nella realtà è congelato. In 5 mesi ha perso il 70 per cento del suo valore e tutto tace, niente si muove.
Qualche dato, già abbondantemente noto, per evidenziare il contesto da cui partire per capire l’odierna situazione:
– Al 1° gennaio 2006 il Monte Paschi valeva sul mercato oltre 12 miliardi, è con questo “ gruzzoletto “ che la banca ritiene di poter fare il grande passo dimensionale per diventare la terza banca italiana;
– L’acquisto dell’Antonveneta comporta un notevole esborso di denaro, quasi 10 miliardi, postati in bilancio per circa 4 miliardi come partecipazione e per più di 6 miliardi come avviamento;
– Per sostenere tale acquisto la banca vara 2 aumenti di capitale, uno a ridosso dell’acquisto per 5,8 miliardi ed uno successivo, nel 2011, per 2,1 miliardi; complessivamente sono quasi 8 miliardi;
– Alla fine del 2011 la capitalizzazione di borsa scende a 2,7 miliardi, per cui nel periodo di 5 anni la banca ha prodotto perdite (al netto di 1,8 miliardi di dividendi erogati in maniera sconsiderata nel periodo) pari a 15 miliardi!
– Con la nuova gestione Profumo – Viola vengono capitalizzate riserve per 1 miliardo e trasformato in capitale un titolo FRESCH, anche questo per quasi un miliardo. Dopo un tira e molla con la Fondazione per realizzare un nuovo aumento di capitale nel 2013, proposta osteggiata dall’allora Presidente della Fondazione Mansi, l’aumento si realizza nel 2014, per un importo di 5 miliardi e subito dopo ne viene richiesto un altro di 2,5 miliardi da realizzarsi nella prima metà del prossimo 2015. Complessivamente, senza considerare l’aumento ancora da realizzare, sono altri 7 miliardi di aumento.
– Adesso, ultimi giorni del 2014, la capitalizzazione di borsa è di circa 2,5 miliardi, per cui negli ultimi 3 anni la banca ha prodotto altre perdite per più di 7 miliardi!
– Totale più di 20 miliardi!!!!!
Questi non sono solo numeri, nell’altra sezione del patrimonio troviamo le attività cha tali perdite hanno bruciate e cioè la svalutazione dell’avviamento (quasi 6 miliardi), la svalutazione di tutti i marchi (Banca Toscana, BAM, Banca Antonveneta, ecc.) e le seguenti svendite così come riportato anche dalla stampa nazionale:
– Quadrifoglio vita
– Asset Management (67% al fondo Clessidra per “soli” 360 milioni
– Tenuta di Marinella (75%)
– Tenuta di Fontanafredda (tra gli altri acquirenti anche Farinetti)
– Finsoe 13% per 234 milioni
– Palazzo Portinari Salviati (a Sansedoni)
– Valorizzazione immobiliari 100 milioni (metà a Sansedoni e metà a Lehman)
– MPS gestioni crediti banca
– Biverbanca
– Ramo d’azienda ex consorzio
La maggior parte di queste perdite gravano sul territorio senese e regionale: non è solo una perdita “in conto capitale”, si tratta, purtroppo, anche di perdite di redditi, quindi di consumi, con la drammatica conseguenza di condizionare fortemente l’intera economia del territorio.
E’ inevitabile che il MPS, a causa di una gestione manageriale scriteriata, oggi sotto processo della magistratura, succube di strategie più politiche che economiche ne paghi le conseguenze anche in termini di perdita di capitale. Non è assolutamente accettabile, che questa situazione di debolezza (voluta? Se si, da chi?) si trasformi anche in un “assalto alla diligenza”, allo spossessamento di un bene che sul piano operativo può ancora dare molto in termini di ricchezza e che può ancora generare, direttamente e indirettamente, redditi fondamentali e necessari per l’economia toscana e nazionale.
Non è accettabile perché in questa vicenda sono talmente tante le zone “ buie “, cosi poca la trasparenza che ogni sospetto potrebbe rappresentare un fatto reale: è stato scritto di tutto e di più su questa vicenda; a mettere insieme le tante letture, ne verrebbe fuori un romanzo politico – affaristico del tipo “razza padrona”. Insomma da farci chiedere se e come sono stati effettuati i controlli degli organi preposti e cioè dalla Banca d’Italia e dalla Consob: a nostro parere a dir poco ambigui.
Dai prestiti facili poi diventati sofferenze e poi crediti deteriorati che si sono trasformati in un fiume di soldi che le ultime verifiche dell’EBA hanno quantificato in diversi miliardi non esigibili. Da qui la necessità di un nuovo aumento di capitale.
Dalla politica, ieri così attenta e presente nel condizionare le sorti della banca, ed oggi, come un novello apprendista stregone, non sa più che segnali di fumo lanciare.
Anche i non addetti ai lavori, possono capire che questo è il contesto perfetto affinché chi ha intenzioni speculative le può realizzare senza trovare nessun impedimento. Questo è il punto sul quale concentrare tutta la nostra attenzione se veramente vogliamo salvare il salvabile!
E’ questo che non si deve permettere: non si deve permettere che la vicenda Monte Paschi da vicenda di mala gestione e di malaffare, su cui la giustizia dovrà fare piena luce, diventi un campo di battaglia dove si scontrano speculatori di tutti i tipi, a scapito della sua operatività.
Non si deve permettere che amministratori che hanno peggiorato la già critica situazione di fine 2011, continuino ad amministrare senza trasparenza, senza un progetto e soprattutto senza dire la verità ai lavoratori, alla città, alla comunità economica e ai piccoli azionisti (ammesso che gli altri azionisti abbiano più informazioni). Stiamo assistendo ad uno stillicidio di notizie negative, una dopo l’altra, basta ricordare prima il mandate agreement, poi i derivati di copertura, poi i crediti deteriorati , i piani che hanno funzionato solo sul costo del lavoro e così via. Oggi quasi sicuramente si può affermare che c’è una regia dietro queste notizie che a goccia a goccia vengono svelate: lo scopo è quello inizialmente dichiarato di rendere contendibile (cioè facilmente acquistabile) la Banca. Chi la comprerà in seguito a tutte queste vicende, prenderà per quattro soldi un azienda completamente risanata!
Chiediamo al Consiglio Comunale di Siena, al Consiglio Regionale della Toscana, al Parlamento Italiano e a tutte le forze politiche e sociali interessate (in particolare ai dipendenti e ai propri sindacati) che facciano tutto quanto è nelle loro prerogative per sottrarre il Monte dei Paschi di Siena alla speculazione selvaggia che l’ha portata a questo livello di insostenibilità.
Secondo noi il Tesoro dovrebbe essere uno dei maggiori protagonisti, facendosi carico temporaneamente dell’aumento di capitale di 1,5 miliardi (nell’ipotesi di non restituzione dei Monti bonds) e capitalizzi il loro importo residuo, che continua a pesare sul bilancio della banca; dopo uno o due anni di gestione oculata potrebbe rimettere sul mercato le proprie azioni.
Questo è il solo modo per salvaguardare lo svilito patrimonio del MPS, mantenere la sua autonomia in questa fase difficile e di dare un segnale chiaro e preciso ai nuovi soci affinché siano davvero interessati all’attività operativa della banca e non solo della ricerca di una occasione speculativa.
SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’
FEDERAZIONE PROVINCIALE DI SIENA
A cura della commissione Economia e Finanza