"C'è la sensazione che qualcuno fuori da Siena comandi le vicende del Monte"
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Premesso che la politica non dovrebbe mettere bocca nelle vicende tecniche e amministrative della banca MPS;
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Che le istituzioni non devono espandere il proprio ruolo fin dentro le stanze delle decisioni MPS;
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Che la Fondazione MPS, nella sua duplice veste di socio, ancora di riferimento, della banca ed espressione degli enti del territorio senese, costituisce il legame tra la banca e il suo territorio;
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Che i nominati nel CDA della banca in rappresentanza dei soci privati e pubblici, non solo non rispondono a nessuno del loro operato, ma addirittura gestiscono le cose come proprie e senza nessuna trasparenza;
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Che non si deve confondere la non ingerenza con l’indifferenza,
Premesso tutto ciò, bisogna prendere atto che non è più tempo di dichiarazioni estemporanee fuori da ogni contesto reale, rilasciate solo per creare effetti mediatici che non durano più di 24 ore perché smentite subito dai fatti.
Da diversi anni, si avverte la sensazione che qualcuno fuori da Siena comandi le vicende del MPS e che in città invece nessuno riesca a coordinare le varie analisi che sono state fatte sulle sorti del Monte. Non lo ha fatto l’Università e la sua facoltà di Economia pur avendone titoli e competenze; non lo hanno fatto gli Ordini delle professioni giuridiche ed economiche, non lo hanno fatto Associazioni ed Enti e soprattutto da un po’ di tempo non lo stanno facendo le associazioni sindacali che in passato hanno dimostrato di essere il vero motore della banca insieme ai lavoratori.
Quanto sopra ci racconta la difficoltà di questo periodo che oltre ad avere una sua specificità dovuta alla prolungata crisi economica è anche difficoltà politica.
La politica a Siena in questi anni non ha fatto il proprio dovere perché doveva essere un osservatore attento delle cose che avvengono nella società e nel proprio territorio di competenza e invece di fare proposte è diventata il terreno per appetiti di gruppi di potere non solo locali e palcoscenico per ambizioni individuali.
Non si può continuare così: SEL è convinta che questa città ha energie, competenze, professionalità che possono dare uno scossone a questa situazione e ripartire per nuove prospettive. Ci sembra anche doveroso chiedere a chi non ha interpretato al meglio le proprie funzioni di gestione di fare un passo indietro. E’ chiaro che il modello dell’ultimo piano industriale, ma anche dei precedenti, non ha funzionato non solo negli aspetti tecnici ( i lavoratori del MPS ne sanno qualcosa) ma anche perchè non c’erano obbiettivi chiari e realistici. Il management continua a parlare di un modello di banca che non fa intermediazione , che non presta soldi alle piccole aziende, ma persegue solo una logica di banca di servizi che vende quasi esclusivamente prodotti di altri ( fondi, sicav, etc ). Il management della banca non ha capito l’importanza del radicamento sul territorio che non è solo economico, non ha compreso che dietro i marchi ci sono i legami, ha puntato tutto sulla spersonalizzazione dell’attività della banca a scapito della attività che la banca faceva in passato. Ora dopo gli stress test mancano ancora più di 2 miliardi per avere un patrimonio all’altezza dei compiti da svolgere. L’ultimo aumento di 5 miliardi è stato quasi completamente polverizzato visto che l’attuale capitalizzazione del titolo azionario è di circa lo stesso valore.
Le preoccupazioni maggiori adesso ci sembrano quelle legate alla possibilità di speculazioni che ci potranno essere : si sa che maggiore è la debolezza della banca, maggiore è la possibilità di diventare preda di investitori speculativi. Non deve accadere appunto che fondi speculativi come ad esempio il fondo ALGEBRIS del finanziere speculatore Davide Serra, amico intimo di Renzi e reuccio della Leopolda, tanto che ne è il finanziatore piu importante, acquisti con pochi spiccioli i crediti deteriorati della banca per semplice scopo di lucro.
Non deve accadere che un unico soggetto possa acquisire l’eventuale intero aumento di capitale che a parer nostro è da scongiurare. Ci sembra anche che sia il caso di valutare con tanta prudenza la possibilità di fusioni o di subire take over da parte di altre banche (si parla di BNP Paribas e altre banche come Santander che ci ha venduto a 9 miliardi una banca che ne valeva neanche 4). Ci sembra assurda anche la possibilità di frazionare la banca nel cosiddetto “spezzatino” soprattutto se MPS dovesse essere destinata a fungere da Bad bank.
In conclusione pensiamo che le prossime scelte non possono essere prese dall’attuale management che non ha raggiunto i risultati promessi e non è riuscito a portare la banca fuori dalla crisi. Per quanto ci riguarda il management attuale ha perso di credibilità.
Coordinamento Circolo Sel Siena