Solidarietà del Circolo ai lavoratori della Fabbriceria del Duomo
SIENA. Leggiamo con preoccupazione il comunicato pubblicato ieri su “Il Cittadino on line” della RSU CGIL Opera della Metropolitana ONLUS, riportante la notizia che dal 20 gennaio è stata depositata presso la Prefettura di Siena la comunicazione dello stato di agitazione dei dipendenti della Fabbriceria.
Ai dipendenti della Fabbriceria va tutta la nostra solidarietà e comprensione per le enormi difficoltà lavorative che si vedono costretti ad affrontare e delle loro giuste preoccupazioni per il proprio futuro occupazionale.
Leggere nel loro comunicato: “dopo che le reiterate richieste, fatte alla direzione dell’Ente affinché cessassero ‘le iniziative discutibili’, per usare un eufemismo, nei confronti dei lavoratori reintegrati in seguito alla sentenza dello scorso 11 marzo, sono tutte inesorabilmente cadute nel vuoto” fa un certo effetto, se si pensa che ci troviamo in presenza di un Consiglio di Amministrazione composto da 5 consiglieri nominati dal Ministero dell’Interno che da due nominati dall’Ordinario Diocesano (cioè IL Vescovo) quindi da rappresentanti dello Stato e della Chiesa che, come risaputo, svolgono il loro ruolo istituzionale in modo valoriale, nell’interesse del bene comune e/o di principi spirituali che poco hanno a che fare con logiche di tipo aziendalistiche.
Questa impostazione è largamente presente nel codice Etico, che si consiglia a tutti di leggere visto i tanti spunti valoriali in esso riscontrabile, adottato dall’Ente e che recita nel paragrafo riservato alle risorse umane: “sono elemento indispensabile per l’esistenza dell’O.P.A. La dedizione e la professionalità dei dipendenti e dei collaboratori sono valori e condizioni determinanti per conseguire le finalità istituzionali dell’O.P.A., la quale si impegna a sviluppare le capacità e le competenze di ciascun dipendente affinché l’energia e la creatività dei singoli trovi piena espressione per la realizzazione del proprio potenziale. L’Ente offre a tutti i lavoratori le medesime opportunità di lavoro, facendo in modo che tutti possano godere di un trattamento equo basato su criteri di merito, senza discriminazione alcuna”.
Per questo riteniamo sbagliato ( e il Giudice del lavoro nella sua decisione di 1° grado ci conforta) ricorrere all’Istituto del “comando” delle proprie risorse umane, contemporaneamente all’affidamento del servizio presso un’azienda fiorentina (tra l’altro in misura alquanto onerosa) che opera in base al raggiungimento del massimo profitto nelle sue attività. Speriamo che si sia verificata una svista gestionale e siamo sicuri che l’attuale Consiglio di Amministrazione, riuscirà a trovare la mediazione giusta per far rientrare questo episodio, nell’ambito dei principi non commerciali che contraddistinguono una ONLUS.
Nel frattempo diamo la nostra disponibilità per un incontro insieme ai sindacati, con i lavoratori e lavoratrice dell’O.P.A., per vagliare insieme altre iniziative che potrebbero aiutare a risolvere questo inopportuno contenzioso, valutare l’opportunità di una iniziativa parlamentare visto il coinvolgimento del Ministero dell’Interno.
CIRCOLO SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’ DI SIENA