"Serve dire come non quando. Si ascoltino le categorie economiche e il Consiglio regionale"
TOSCANA. “Serve dire come non quando. Basta con l’esercizio discrezionale del potere. Si ascoltino le categorie economiche e il Consiglio regionale. La Toscana è pronta e merita di ripartire. Servono regole chiare e certe. Oggi. Domani sarebbe tardi. È questione di rispetto per migliaia di imprenditori e di lavoratori che vogliono lavorare, hanno diritto a lavorare e non devono essere costretti a seguire dirette Facebook o leggere post. Servono atti concreti. Chi ha ruoli di responsabilità se li assuma, nel bene e nel male. Ora o mai più”. A dirlo Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, che lancia l’ultimatum sulle regole per la riapertura.
“Non è possibile continuare – spiega Scaramelli – ad attendere le regole per le riaperture. Il tempo è scaduto. L’incertezza crea sfiducia. Siamo in una situazione paradossale perché oggi più che mai serve fiducia. Fiducia per far incontrare domanda e offerta. Sappiamo da settimane che sarebbe arrivato il giorno delle riaperture. Noi lo diciamo da oltre un mese. Servono regole chiare, che consentano il rispetto delle misure di sicurezza per prevenire il rischio di contagio tra clienti, tra lavoratori, e nel contempo servono regole capaci di considerare le caratteristiche della convivialità elementi di vita. Le norme siano anticoronvirs ma non antieconomiche Si guardi all’esperienza positiva di ripartenza ipotizzata in Emilia Romagna, e se ne tragga spunto.
Non è possibile temporeggiare ancora. È adesso il tempo di agire e assumere responsabilità, al pari di quelle che saranno chiamati a prendere baristi, ristoratori, parrucchieri, estetisti, commercianti quando torneranno ad alzare le saracinesche e i cittadini che torneranno nei loro locali.
Le persone in questi due mesi hanno imparato come usare i dispositivi di sicurezza e tenere le distanze. Diamo loro fiducia”.
Sul Governo, Scaramelli dice: “Il ministro Boccia smetta di fare annunci, il presidente Conte smetta di fare dirette Facebook. Inizino piuttosto a rendere le Regioni autonome nelle decisioni. Sul fronte sanitario la Toscana come altre regioni ha dimostrato che nell’autonomia, stante il vuoto soprattutto iniziale, sono state in grado da sole di gestire l’emergenza. Sul fronte delle riaperture si tenga conto della risoluzione del Consiglio regionale della Toscana. Dal 18 maggio è possibile ripartire. Se poi dovesse essere il 16 meglio, se dovesse essere il 19 pace, non sarà un problema, purché si sappia e che le regole siano chiare e consentano alle imprese di vivere. Ma guai a pensare che decidere che sia il 16 il 18 o il 19 sia esercizio di potere, la politica sia servizio e ascolto.
Abusare della fiducia di chi fa indirizzi mentre si lede il diritto alla fiducia di imprese e cittadini porterebbe ad una inevitabile sfiducia politica e di credibilità”.