di Augusto Mattioli
SIENA. La voglia di raccontarsi, di far conoscere le proprie esperienze anche giovanili che lo hanno portato nel tempo, ad essere consigliere regionale della Toscana nelle file del partito democratico. Stefano Scaramelli (e prima sindaco di Chiusi e coordinatore nel 2012 nel 2013 in provincia di Siena delle campagne elettorali di Matteo Renzi), per questo ha scritto un libro, Libero Aquilone, Grifo editori, nel quale appunto racconta, intervistato da Leonardo Mattioli, giornalista di larga esperienza, i suoi anni di politica, di impegno, di battaglie, e anche di polemiche. E quella sua voglia giovanile “di cambiare il mondo con l’impegno culturale e la politica”.
E con questo volume anche di “lasciare una traccia“. Scaramelli, che questa mattina ha presentato il libro a Siena, parla ovviamente di fatti e persone della politica senese che comunque lo ha visto e lo vede ancora protagonista, parla di Franco Ceccuzzi, già sindaco di Siena, di Alberto Monaci, di Pier Luigi Piccini e di altri. In un breve estratto sui primi due riconosce che sono “due intelligenze politiche e parte integrante del sistema Siena per come lo definisce l’amico Stefano Bisi (oggi gran maestro del che come si ricorderà aveva descritto la realtà senese come groviglio armonioso ndr), sistema che io volevo smantellare. Ad un certo punto i due hanno perfino pensato a me come segretario del Pd di Siena. Era il 2017. Bene quello è stato il momento in cui non ho più parlato con nè con Franco nè con Alberto”. Ad un certo punto però in occasione della campagna elettorale in cui era candidato consigliere regionale con il gruppo Monaci sembrava esserci un buon feeling che poi a sentire Scaramelli non ha avuto seguito. “Mi sostenne a tre giorni dal voto quando vide che avrei vinto”, scrive con un pizzico – diciamo – di veleno, ribattendo a chi aveva ipotizzato un rapporto politico più stretto.
Ovviamente la presentazione di ieri mattina, che può far discutere e comunque suscitare interesse in una città dove il dibattito politico di spessore sembra latitare parecchio sia per responsabilità della maggioranza che governa il Comune sia dell’opposizione, che sembra afona, ha preso anche la strada dell’attualità. Scaramelli sostiene che la sinistra (riferendosi al Pd) “si perde quando il gruppo dirigente si chiude” e che nelle prossime elezioni regionali toscane occorre “un candidato unitario, una figura politica forte. Sogno – sostiene – una grande alleanza che non sia la sommatoria di partiti (Pd, Leu, 5 Stelle, Italia viva .-ndr), ma un grande movimento”. E in questo lavorio politico di ricerca il Pd senese “deve essere protagonista essendo secondo solo a Firenze”. Scaramelli, sollecitato anche sul tema rapporto del capoluogo con la provincia, sostiene che “il primo è più isolato” per cui la seconda “può dare una mano alla città. Ci deve essere una politica unitaria”.