FIRENZE. “Alla luce di quanto sta emergendo sulla gestione dei fondi della Misericordia di Rifredi, è ancora più chiaro quanto sia da scongiurare una riforma del 118 che aumenti il ruolo e il potere del privato nella gestione delle emergenze”. Lo afferma Paolo Sarti, consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, commentando l’esposto alla Guardia di Finanza presentato dall’ex governatore Nicola Rotondaro.
“Aspettiamo che la magistratura arrivi in fondo all’inchiesta -continua Sarti- ma, al di là di questa premessa d’obbligo, bisogna prendere atto del fatto che, se non fosse per il gesto isolato di un singolo, oggi non saremmo a parlare di come la Misericordia spende il denaro che le arriva dalle donazioni e dai finanziamenti pubblici. Le denunce di Rotondaro sono scioccanti: si va dalle fatture all’impresa edile di proprietà del precedente governatore Caneschi alla totale assenza di normative sulla sicurezza sul lavoro per 55 dipendenti, fino alla perdita di 370 mila euro per un centro anziani. In 9 anni, sono 635 mila euro i soldi che sarebbero stati sottratti indebitamente. Se da una parte dobbiamo attendere le sentenze, dall’altra è evidente che non si può privatizzare il 118 attraverso un’ulteriore conferimento di competenze alle Misericordie, affidando loro ad esempio le automediche o la centrale di smistamento delle chiamate. E’ una questione di trasparenza di bilanci e di adeguata copertura di servizi che solo il pubblico può garantire”.