Insorge Ora Siena contro i progetti ventilati
SIENA. Crediamo che le risposte di Valentini alla lettera dei consiglieri del Pd prefigurino un vero e proprio scempio del Santa Maria della Scala, uno strappo irreversibile alle idee di Brandi che, anche fra alcune contraddizioni e difficoltà sono state portate avanti negli ultimi 20 anni, ma con una coerenza di fondo
Colpisce anche il silenzio dei grandi padri censori del Santa Maria che hanno a volte con strumentale caparbietà, nel corso degli anni, disquisito sulla qualità delle esposizioni e che oggi tacciono forse perché troppo interessati a vicende personali oppure timorosi di vedersi emarginati in caso di dissenso, come di quel mondo accademico che invece dovrebbe far sentire la propria voce, a meno che la trasformazione di quel luogo in una sorta di supermercato, svilendone le caratteristiche essenziali e rinunciando al rilancio, non sia loro gradito. Il tutto è ancora più grave se riferito al progetto Siena 2019. E anche qui i membri del Comitato ci chiediamo dove siano, da cosa siano distratti, oppure viceversa attratti.
Colpisce anche il silenzio dei grandi padri censori del Santa Maria che hanno a volte con strumentale caparbietà, nel corso degli anni, disquisito sulla qualità delle esposizioni e che oggi tacciono forse perché troppo interessati a vicende personali oppure timorosi di vedersi emarginati in caso di dissenso, come di quel mondo accademico che invece dovrebbe far sentire la propria voce, a meno che la trasformazione di quel luogo in una sorta di supermercato, svilendone le caratteristiche essenziali e rinunciando al rilancio, non sia loro gradito. Il tutto è ancora più grave se riferito al progetto Siena 2019. E anche qui i membri del Comitato ci chiediamo dove siano, da cosa siano distratti, oppure viceversa attratti.
Se il problema è quello di trovare risorse per l’antico spedale, non si capisce come, anziché trastullarsi su ipotesi inverosimili di rifacimento del Policlinico, il sindaco e la giunta non concordino con la Regione il finanziamento residuo degli ultimi interventi (poco più di 30 milioni di euro contro i 500 della sparata recente sul Policlinico), oltre alle risorse per far funzionare la struttura, per la sua gestione.
Non si può trasformare il Santa Maria della Scala in una sorta di grande bazar dove si vende tutto, ma con un tutto che non lega un filo logico, ove si fanno ostelli e esposizioni di fitness, così come solo chi non conosce niente della città della sua storia, può pensare che il Santa Maria della Scala possa trarre un vantaggio annacquandolo nella Fondazione Musei Senesi, ipotesi scongiurata da almeno due sindaci.
Ragionare in grande significa anche tornare a pensare all’ipotesi della Fondazione Santa Maria della Scala (tentata da Cenni e Ceccuzzi ma non andata in porto), coinvolgendo proprio la Regione Toscana e chiedendone l’appoggio per presentarsi al 2019 con uno strumento che sia in grado di attrarre risorse private, tenendo presente che una Fondazione di partecipazione, quale essa sarebbe, potrebbe anche fornire risposte alla perduta occupazione di supporto al Santa Maria, poiché potrebbe conferire la gestione dei servizi a una società strumentale creata ad hoc senza esperire gare a evidenza pubblica. Si potrebbe recuperare così quella ricchezza di professionalità che si sono formate in quella che è stata anche una palestra culturale per molti senesi.
Si riprenda in mano la bozza di convenzione per il trasferimento dell’asfittica Pinacoteca all’interno del Santa Maria, si continui a lavorare sul Museo della Città, si valorizzino i Centri specialistici come l’arte contemporanea e il Museo dei Bambini, anziché pensare al loro sacrificio in cambio di qualche bottiglia di olio e di vino.
Ma soprattutto la città fermi lo scempio e abbia il coraggio di dire, di tornare a credere in se stessa e nella sua storia, non curandosi dei soldati di ventura, non hanno mai portato bene a Siena!
Ora Siena