Mps potrebbe dare il "la" all'approvazione prima del Palio d'Agosto
SIENA. Sansedoni Spa attende il via libero definitivo dalle 5 banche creditrici al piano di ristrutturazione, dopodiché potrà approvare il bilancio 2014 con il nuovo adeguamento del patrimonio netto svalutato di circa 23 milioni a quota 14 milioni, rispetto ai 37 del 2013. Il business plan è strutturato in modo da riportare in pareggio la società nel 2020, con un ritorno all’utile dal primo semestre 2021. Per tutto questo, però, serve il placet dei creditori, Monte dei Paschi in testa (è esposta per il 63 per cento dei 180 milioni di debito). E secondo fonti ben informate, tale consenso potrebbe arrivare prima del Palio dell’Assunta, dato che pare ci sia già un accordo di massima. La Fondazione Mps, socia al 67 per cento (le altre sono Mps col 22%, e Unieco con l’11%), lascerebbe volentieri il pacchetto (tutto o in parte) ma non al valore attuale, calcolando che la minusvalenza sarebbe di oltre 7 milioni.
Milano Finanza ha fatto i conti in tasca a Sansedoni spa: “Dalla vendita della quasi totalità degli immobili, eccezion fatta per il mattone romano di Valcannuta e Quintavalle, ci si attendono circa 80 milioni di incassi, il 40% da realizzare nei primi tre anni del piano, a cui si aggiungono altri 14 milioni che arriveranno dalla vendita delle partecipazioni immobiliari e finanziarie. I proventi realizzati saranno utilizzati per ripagare le banche che vantano crediti per complessivi 150 milioni di euro, di cui l’80% forniti di garanzie ipotecarie”.
Nell’operazione di rinascita sono previsti tagli del 20 per cento sui costi del personale a fine piano (con una riduzione di circa un terzo delle 22 unità attuali). Gli affitti dagli immobili sono stimati, sempre a fine piano, intorno a 5 milioni annui, un altro milione arriverà dai servizi immobiliari.
La Sansedoni subirà, dunque un radica ridimensionamento potendo contare in futuro su uno stato patrimoniale di circa 70-75 milioni, il patrimonio netto però risalirebbe a circa 25 milioni e il debito residuo verrebbe ridotto con il cash flow generato dalla gestione operativa.
Nell’arco del piano proseguirà la ricerca di un nuovo socio industriale e a progettare operazioni immobiliari con maggiore accortezza, evitando avventurose incursioni a fianco di personaggi ed investitori di dubbio pedigree.
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