E' la scelta del capolista de “Il Popolo Toscano-Riformisti 2020”
SIENA. «Il giorno delle elezioni si avvicina, domenica si vota e io sono stato talmente stupido da farmi un intervento che mi blocca in casa da una settimana. Questo mi ha impedito in questi ultimi giorni di incontrare, parlare con tanta gente e spiegare perché mi sono candidato e ho deciso di fare questo tentativo. Approfitto di Facebook per spiegarlo almeno a chi potrà vedere questo post». Si rivolge al Social network più popolare, Facebook, Lorenzo Sampieri, il capolista senese de “Il Popolo Toscano-Riformisti 2020” unica lista, oltre al Pd, ad appoggiare la conferma del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
«Non ho intenzione di cambiare vita e dedicarmi alla politica. Di lavoro faccio altro e altro continuerò a fare, sia in caso venissi eletto che in caso contrario. Se venissi eletto, alla fine del mandato, via. Niente ricandidatura. Il mio scopo è quello di dare un segnale: quello che anche una persona che non vive di politica può metterci la faccia e provare a dare un contributo per un periodo della propria vita. Al contrario di molti candidati concorrenti, non ho né ricette miracolose da elencare, né proposte stupefacenti da sottoporre agli Elettori».
«Devo imparare molto, provengo da altre esperienze (anche se da circa 20 anni lavoro anche nel mondo pubblico) ma, senza falsa modestia, mi reputo piuttosto rapido nell’apprendere. Vorrei, se ne avessi l’opportunità, parlare con le persone, le categorie economiche e sociali, i Comuni della provincia di Siena, e riportare al Consiglio regionale le necessità, le richieste, le istanze alle quali dare risposta. Cercando le soluzioni migliori possibili, nella realtà che stiamo vivendo. Posso, infatti, sapere le cose soltanto apprendendole da chi le vive direttamente e, con la loro collaborazione, cercare di dare un contributo».
«Nella nostra città e provincia stiamo vivendo, ormai da anni, un totale stravolgimento di quelle che apparivano certezze granitiche, sicurezze inoppugnabili, fonti di benessere inestinguibili (per alcuni anche troppo benessere). Oggi, invece, siamo in gravissime difficoltà e – inutile negarlo – visti come la cicala della conosciuta novella che ha sperperato tutto a cantare (“quanto siamo bravi, quanto siamo belli”) mentre le formiche (di altre parti della Toscana e non solo) faticavano e sudavano per tirare avanti. Ma tanto a noi uscivano i soldi dalle orecchie e quindi non c’erano problemi. Ma ora ci sono e sono problemi gravi e pesanti. Senza farla tanto lunga e fare facile populismo, concludo assicurando che, qualora venissi eletto, destinerei una parte dell’appannaggio di Consigliere regionale, ogni anno, ad una diversa iniziativa di beneficenza. Dico una parte, in modo non preciso, perché non sono in grado di valutare quale potrebbe essere l’impatto dell’attività di Consigliere da svolgere, sul mio lavoro professionale e, quindi, quali potrebbero essere gli effetti economici che potrebbe determinare e, avendo con me altre 11 persone, non posso certamente “tirare giù il bandone…” e fare il politico di professione. Vi ringrazio per l’attenzione che avete dedicato a queste poche righe (se siete arrivati fino qui…) e vi ringrazierò se vorrete darmi la vostra fiducia”.