Dalle castagne al vino novello, dai funghi al prim’olio di stagione: prodotti tipici motore enogastronomico regionale
TOSCANA. Sette toscani su dieci (70%) vanno alla ricerca di sagre, fiere e feste paesane che si concentrano nel periodo autunnale con l’arrivo dei prodotti tipici di stagione, dalle castagne, tartufi e funghi fino alle iniziative legate alla vendemmia con il vino novello e alla raccolta delle olive con il prim’olio di stagione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ixe’ che evidenzia la voglia dei cittadini di tornare a frequentare le tradizionali feste nei paesi a partire da quelle dei piccoli borghi e dei paesini, all’insegna del risparmio e della buona tavola.
Dall’indagine si evidenzia – sottolinea Coldiretti Toscana – l’apprezzamento crescente dei cittadini per le sagre che si propongono come momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche ma anche più spesso le aree interne meno battute. Si tratta di una vera e propria tendenza che – sostiene Coldiretti Toscana – è il frutto dell’esigenza di contenere le spese di fronte al caro prezzi ma anche di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali. In molti si accontentano di guardare e curiosare tra le bancarelle ma c’è anche chi ne approfitta per gustare cibi e specialità locali o per trascorrere una giornata fuori casa magari con un pranzo in uno dei tanti agriturismi regionali specializzati nella ristorazione tipica. I prodotti tipici, soprattutto nel periodo autunnale, sono infatti il motore del turismo enogastronomico regionale con appassionati e turisti che arrivano da ogni dove a caccia delle ricette tradizionali e dei sapori più veri in una regione che ha il secondo patrimonio di prodotti tradizionali più ricco a livello nazionale: 464 tesori del gusto Made in Tuscany che prendono il loro nome da piccoli borghi, spicchi di paesi che diventano così famosi e visitati dai turisti oltre agli 89 prodotti di qualità (52 Dop e 6 IGP per il vino e 16 Dop e 15 IGP per l’agroalimentare).
Il business è comunque modesto e secondo l’analisi della Coldiretti/Ixè il 10% dei frequentatori non spende niente, il 53% non più di dieci euro a persona e il 30% tra i 10 ed i 30 euro per persona, mentre un 7% va ma acquista altro. Sagre, fiere e mercati di paese sono dedicate a ricorrenze storiche o religiose, ma soprattutto a prodotti tipici dell’enogastronomia locale che sono molto spesso al centro dei festeggiamenti che si concentrano proprio quando si raccolgono pregiati frutti della terra che bene si sposano con il vino novello consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste.