Vigni e Buscalferri sulle problematiche dell'ospedale
SIENA. Il sindaco Valentini ha deciso: l’Ospedale delle Scotte va abbattuto e ricostruito. Ne ha addirittura già parlato con il presidente della Regione, ma non ne ha discusso nel Consiglio Comunale, ritenendolo evidentemente superfluo. Questa ennesima sortita a chi la spara più grossa, rivela ancora una volta il suo disprezzo verso i rappresentanti eletti dai cittadini e un’idea di governo improvvisata. In primo luogo, se davvero non si tratta di una boutade, lo vogliamo invitare a discuterne nelle sedi preposte e non solo sulle pagine dei giornali. Quanto poi al contenuto della proposta, è chiaro che gli edifici del complesso ospedaliero rivelano le pecche di una progettazione antiquata, ma non per questo l’unica soluzione è l’abbattimento.
A Marsiglia c’è un ospedale quasi identico alle Scotte, sul quale vengono effettuati regolari interventi di manutenzione e funziona perfettamente. Da noi invece manca un’idea di adeguamento generale del Policlinico, che valuti insieme l’economicità e la funzionalità, visto che anche negli ultimi anni sono stati svolti costosi lavori in alcuni reparti, che così andrebbero sprecati. In primo luogo quindi bisogna riflettere sulla possibilità di migliorarne l’efficienza con interventi di ristrutturazione, mentre sembra affrettato e semplicistico ipotizzarne l’abbattimento e la ricostruzione, aprendo la strada a qualche grosso costruttore.
Già nel momento in cui si è proceduto alla riduzione di posti letto e alla riorganizzazione di alcuni reparti, era stato chiesto alla Direzione delle Scotte di poter visionare un piano di razionalizzazione degli spazi, ma inutilmente. Il Direttore, in un incontro con la Commissione consiliare Assetto del Territorio, ha parlato di un progetto di ampliamento dell’area di ingresso dell’Ospedale, prevedendo quindi solo nuove costruzioni, non un intervento sull’esistente.
Molto invece c’è da fare per migliorare gli edifici delle Scotte, ma non si parte da una situazione così disastrosa e in questi anni sono fatti investimenti che rendono la struttura sicura e per molti versi all’avanguardia. Di più si può fare per ridurre il consumo e la dispersione di energia impiegando nuove fonti rinnovabili, così come per migliorare la situazione dei parcheggi distribuendone l’utilizzo in tutta la giornata. Se i medici prestassero servizio negli ambulatori anche al pomeriggio, senza concentrare tutta l’attività nella sola mattinata, i pazienti potrebbero trovare posto più facilmente. Per riutilizzare meglio le strutture esistenti si potrebbe ad esempio destinare la nuova palazzina dirigenziale ad Hospice, al posto dell’attuale ospedale di comunità in Campansi, e spostare tutto il personale amministrativo negli spazi liberi del vecchio edificio.
Pensare che una nuova costruzione servirebbe ad attrarre medici migliori e più pazienti da fuori – come ha detto il Sindaco – mi sembra superficiale, perché i posti letto e le attrezzature già ci sono: semmai i primi sono stati ridotti e le seconde sono male utilizzate. A peggiorare la situazione interviene anche la crisi dell’Università di Siena, che determina l’allontanamento delle professionalità più affermate ma anche – con la riduzione dei posti per la Specializzazione – una diminuzione dell’attrazione verso i giovani medici. Eppure la tendenza che sembra affermarsi in Toscana, di diminuire sempre di più gli ospedali più piccoli, imporrebbe al Policlinico delle Scotte di diventare un punto di eccellenza per una zona più ampia, e non rinsecchirsi come sta accadendo.
Le problematiche sono quindi molte e complesse e il sindaco Valentini, anche nel suo ruolo di Presidente della Conferenza dei Sindaci, dovrebbe muoversi con più cautela nel trattare questi argomenti ed assumere maggiore consapevolezza sulla delicatezza del momento per assicurare ai cittadini il miglior servizio sanitario.
Infine è indispensabile che i lavoratori ed i loro rappresentanti siano coinvolti in questo dibattito, perché sono i primi in grado di dare un contributo basato sull’esperienza e sulla conoscenza dell’organizzazione sanitaria.
A Marsiglia c’è un ospedale quasi identico alle Scotte, sul quale vengono effettuati regolari interventi di manutenzione e funziona perfettamente. Da noi invece manca un’idea di adeguamento generale del Policlinico, che valuti insieme l’economicità e la funzionalità, visto che anche negli ultimi anni sono stati svolti costosi lavori in alcuni reparti, che così andrebbero sprecati. In primo luogo quindi bisogna riflettere sulla possibilità di migliorarne l’efficienza con interventi di ristrutturazione, mentre sembra affrettato e semplicistico ipotizzarne l’abbattimento e la ricostruzione, aprendo la strada a qualche grosso costruttore.
Già nel momento in cui si è proceduto alla riduzione di posti letto e alla riorganizzazione di alcuni reparti, era stato chiesto alla Direzione delle Scotte di poter visionare un piano di razionalizzazione degli spazi, ma inutilmente. Il Direttore, in un incontro con la Commissione consiliare Assetto del Territorio, ha parlato di un progetto di ampliamento dell’area di ingresso dell’Ospedale, prevedendo quindi solo nuove costruzioni, non un intervento sull’esistente.
Molto invece c’è da fare per migliorare gli edifici delle Scotte, ma non si parte da una situazione così disastrosa e in questi anni sono fatti investimenti che rendono la struttura sicura e per molti versi all’avanguardia. Di più si può fare per ridurre il consumo e la dispersione di energia impiegando nuove fonti rinnovabili, così come per migliorare la situazione dei parcheggi distribuendone l’utilizzo in tutta la giornata. Se i medici prestassero servizio negli ambulatori anche al pomeriggio, senza concentrare tutta l’attività nella sola mattinata, i pazienti potrebbero trovare posto più facilmente. Per riutilizzare meglio le strutture esistenti si potrebbe ad esempio destinare la nuova palazzina dirigenziale ad Hospice, al posto dell’attuale ospedale di comunità in Campansi, e spostare tutto il personale amministrativo negli spazi liberi del vecchio edificio.
Pensare che una nuova costruzione servirebbe ad attrarre medici migliori e più pazienti da fuori – come ha detto il Sindaco – mi sembra superficiale, perché i posti letto e le attrezzature già ci sono: semmai i primi sono stati ridotti e le seconde sono male utilizzate. A peggiorare la situazione interviene anche la crisi dell’Università di Siena, che determina l’allontanamento delle professionalità più affermate ma anche – con la riduzione dei posti per la Specializzazione – una diminuzione dell’attrazione verso i giovani medici. Eppure la tendenza che sembra affermarsi in Toscana, di diminuire sempre di più gli ospedali più piccoli, imporrebbe al Policlinico delle Scotte di diventare un punto di eccellenza per una zona più ampia, e non rinsecchirsi come sta accadendo.
Le problematiche sono quindi molte e complesse e il sindaco Valentini, anche nel suo ruolo di Presidente della Conferenza dei Sindaci, dovrebbe muoversi con più cautela nel trattare questi argomenti ed assumere maggiore consapevolezza sulla delicatezza del momento per assicurare ai cittadini il miglior servizio sanitario.
Infine è indispensabile che i lavoratori ed i loro rappresentanti siano coinvolti in questo dibattito, perché sono i primi in grado di dare un contributo basato sull’esperienza e sulla conoscenza dell’organizzazione sanitaria.
Laura Vigni e Antonella Buscalferri