
di Augusto Mattioli
SIENA. Tanta gente per Rosy Bindi, presidente del PD, che ieri sera, nella prima giornata della festa del partito, si è sottoposta alle domande della giornalista di Repubblica Alessandra Longo.
Alla sinalunghese Bindi non sono mancati gli applausi nei passaggi più significativi del suo ragionamento che ha toccato i temi più scottanti dell’attualità politica. La crisi del Pdl, la lotta tra Fini e Berlusconi, il governo di larghe intese, le elezioni anticipate “che non temiamo perché gli argomenti di critica nei confronti dell’attuale maggioranza ce li abbiamo a sufficienza. Certo occorre fare una legge elettorale diversa dal porcellum attuale”.
E ancora la leadership nel centro sinistra in caso di elezioni anticipate, il ruolo di Nichi Vendola governatore della Puglia, che Bindi non vede come capo di una coalizione di centro sinistra, quanto un politico che può dare un suo contributo alla causa comune. Ma per le elezioni occorre prima un governo per cambiare “tutti insieme la legge elettorale perché se resta l’attuale niente cambierebbe. Se questi ci portano a votare a novembre in sei anni abbiamo votato tre volte. Elezioni che producono elezioni dove lo portano il paese? A istituire l’unico vero partito che è quello dell’astensione. Ma voglio dire che anche la legge elettorale toscana va cambiata come ha promesso il presidente Rossi. Mi dà fastidio sentirmi dire dal centro destra che la legge nazionale è come quella toscana che è stata fatta prima”.
Scettica la Bindi anche su una riappacificazione tra Berlusconi e Fini. Non è escluso che Berlusconi e Fini ci provino. Dal mio punto di vista lo considero un gesto senza futuro, ma costituzionalmente assolutamente corretto. Vediamo però cosa sono capaci di fare ancora insieme. Voglio vedere chi è che smentisce se stesso al primo appuntamento. Cito alcuni temi. Processo breve, lodo Alfano costituzionale,m immigrazione, federalismo. Ma questa – ha aggiunto – è una strada possibile e credo che Napolitano sarà la prima che percorrerà. Probabilmente non ce la fanno. Ricordiamoci che siamo ancora in una democrazia parlamentare. Il presidente della Repubblica ha il dovere di verificare se in parlamento c’è ancora una maggioranza legata a motivi particolari. Un governo che faccia la legge elettorale secondo Bindi però non può essere guidato da Berlusconi ma neanche da Tremonti che a suo dire non presenta conti dello stato veritieri. E qui la presidente ha inserito un’osservazione critica, di qualche secondo, quasi innavvertita dai presenti, nei confronti di Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale e uno degli uomini forti del Pd senese, con il quale fin dai tempi della stessa DC e poi della Margherita non è in buoni rapporti. Quando al tempo di Cirino Pomicino, ministro del bilancio (si era in era democristiana ndr), si diceva che i conti erano truccati, Monaci che era in commissione bilancio diceva che non era vero come invece si è saputo in seguito”.
SIENA. Tanta gente per Rosy Bindi, presidente del PD, che ieri sera, nella prima giornata della festa del partito, si è sottoposta alle domande della giornalista di Repubblica Alessandra Longo.
Alla sinalunghese Bindi non sono mancati gli applausi nei passaggi più significativi del suo ragionamento che ha toccato i temi più scottanti dell’attualità politica. La crisi del Pdl, la lotta tra Fini e Berlusconi, il governo di larghe intese, le elezioni anticipate “che non temiamo perché gli argomenti di critica nei confronti dell’attuale maggioranza ce li abbiamo a sufficienza. Certo occorre fare una legge elettorale diversa dal porcellum attuale”.
E ancora la leadership nel centro sinistra in caso di elezioni anticipate, il ruolo di Nichi Vendola governatore della Puglia, che Bindi non vede come capo di una coalizione di centro sinistra, quanto un politico che può dare un suo contributo alla causa comune. Ma per le elezioni occorre prima un governo per cambiare “tutti insieme la legge elettorale perché se resta l’attuale niente cambierebbe. Se questi ci portano a votare a novembre in sei anni abbiamo votato tre volte. Elezioni che producono elezioni dove lo portano il paese? A istituire l’unico vero partito che è quello dell’astensione. Ma voglio dire che anche la legge elettorale toscana va cambiata come ha promesso il presidente Rossi. Mi dà fastidio sentirmi dire dal centro destra che la legge nazionale è come quella toscana che è stata fatta prima”.
Scettica la Bindi anche su una riappacificazione tra Berlusconi e Fini. Non è escluso che Berlusconi e Fini ci provino. Dal mio punto di vista lo considero un gesto senza futuro, ma costituzionalmente assolutamente corretto. Vediamo però cosa sono capaci di fare ancora insieme. Voglio vedere chi è che smentisce se stesso al primo appuntamento. Cito alcuni temi. Processo breve, lodo Alfano costituzionale,m immigrazione, federalismo. Ma questa – ha aggiunto – è una strada possibile e credo che Napolitano sarà la prima che percorrerà. Probabilmente non ce la fanno. Ricordiamoci che siamo ancora in una democrazia parlamentare. Il presidente della Repubblica ha il dovere di verificare se in parlamento c’è ancora una maggioranza legata a motivi particolari. Un governo che faccia la legge elettorale secondo Bindi però non può essere guidato da Berlusconi ma neanche da Tremonti che a suo dire non presenta conti dello stato veritieri. E qui la presidente ha inserito un’osservazione critica, di qualche secondo, quasi innavvertita dai presenti, nei confronti di Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale e uno degli uomini forti del Pd senese, con il quale fin dai tempi della stessa DC e poi della Margherita non è in buoni rapporti. Quando al tempo di Cirino Pomicino, ministro del bilancio (si era in era democristiana ndr), si diceva che i conti erano truccati, Monaci che era in commissione bilancio diceva che non era vero come invece si è saputo in seguito”.