L'intervento del candidato della lista Lcs, Silvio Pucci
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SIENA. Trovo stupefacente quanto dichiarato nelle loro rispettive interviste da Ceccuzzi e Nannini a proposito dell’Università di Siena.
Rispetto ad un dissesto dalle dimensioni catastrofiche e che aumenta di anno in anno Ceccuzzi vorrebbe, tramite un protocollo tra
istituzioni e le Università, creare dei posti di lavoro, quando tutti i cittadini sanno benissimo che negli ultimi anni se ne sono persi già moltissimi, soprattutto all’Università. Inoltre vede come una soluzione il rinnovo dello statuto e della governance, quando – ancora una volta – tutti sanno benissimo che queste procedure sono obbligate per legge (L. 240/2010) e che comunque non sono certo mirate a risanamenti finanziari, di queste dimensioni poi. Proposte concrete: zero.
Per contro Nannini ne fa una questione meramente economica, avendo peraltro in mano dati erronei e – evidentemente “informato” da chi ha preso le difese dell’attuale amministrazione universitaria dopo che Ceccuzzi l’ha scaricata pubblicamente (“l’Università è stata oggetto di comportamenti predatori”: chissà da parte di chi e, soprattutto, lui dov’era?) – scambiando l’Università per un’azienda che deve fare profitto per sé e per il territorio. E’ evidente che i due commettono il medesimo, letale errore che è stato commesso sinora: stravolgere il senso dell’istituzione universitaria e distrarla dai suoi fini principali che sono, lo ricordiamo, la didattica e la ricerca.
Gabriele Corradi e la coalizione che lo sostiene hanno invece delle idee concrete per il risanamento e il rilancio dell’Ateneo senese, pur avendo ben presente da un lato il sensibile calo delle risorse anche da parte di Banca e Fondazione dispensate all’Ateneo, dall’altro il fatto che l’Università sia un ente autonomo sul quale Sindaco, Giunta e Consiglio comunale hanno pochi margini di manovra, pur essendo rappresentati (per ora) in Consiglio di Amministrazione.
Un robusto risparmio rispetto al disavanzo strutturale (che questo anno si attesta su quasi 40 milioni di euro e non 20 come sostiene Nannini, evidentemente informato male) può essere realizzato in sinergia con altri enti locali presso i quali insistono strutture distaccate dell’Ateneo: Arezzo, Grosseto, Colle Valdelsa, San Giovanni Valdarno. Nessuno chiede di chiuderle, ma di spostare l’intera spesa di gestione (immobili e personale) sui Comuni e/o le Province che le ospitano. E questa è un’operazione che il Comune può e deve gestire insieme alle altre realtà locali e senza sottostare ai ricatti come quello che ha visto protagonista di recente il compagno di partito di Ceccuzzi, Fanfani, che ha addirittura tirato in ballo la costruzione del termovalorizzatore in Valdichiana per proteggere l’Università di Siena in Arezzo, cioè il doppione della Facoltà di Lettere.
Prima della distruzione tosiana gli studenti venivano a Siena per ordini di ragioni molto semplici: Università articolata su poche Facoltà, molto buone soprattutto in certi settori, città molto vivibile e sicura, molti servizi assai ben erogati. In sostanza eccellente qualità della didattica, della ricerca e dei servizi con centralità assoluta degli studenti (come è giusto che sia). Nel pieno rispetto delle leggi (cosa che non è avvenuta sinora) è necessario riorganizzare il personale docente e non, spostando di nuovo l’attenzione sulla ricerca e sulla didattica e cercando un rapporto di collaborazione con il Governo che superi le dialettiche ideologiche a favore di un comune obiettivo: il recupero di una delle più antiche e prestigiose Università italiane, senza demagogiche e inutili forzature come quella messa in atto qualche tempo fa dal Deputato Ceccuzzi di chiedere una legge speciale per Siena per erogare denaro a fondo perduto.
Tutto ciò comunque non potrà avvenire finché, e pare che ci siamo, non siano state individuate e fatte pesare le responsabilità spaventose di chi, in evidente assenza di controlli e comunque nell’indifferenza delle istituzioni locali, se non addirittura con il loro appoggio, ha causato danni non solo all’Ateneo e a chi nell’Ateneo studia, lavora e insegna, ma anche a tutto il tessuto sociale ed economico cittadino che riconosce da secoli nell’Università una delle principali istituzioni cittadine.
Silvio Pucci – Candidato LCS al Consiglio Comunale