Ora Siena: "Il PD non può essere di governo a Roma e di opposizione sui territori"
SIENA. Dall’Associazione OraSiena riceviamo e pubblichiamo.
“La parziale abolizione delle province sta scatenando un dibattito che nasconde ancora una volta la pochezza della capacità di governo del nostro territorio e le contraddizioni tutte interne al PD che, anche su questo tema, cerca di mascherare le proprie responsabilità e deficienze.
Il provvedimento di per sé è uno dei classici pasticci all?italiana: se infatti si ritiene che le province siano enti inutili non è né la dimensione, né la popolazione un parametro per giustificarne l?esistenza. La posizione più corretta sarebbe stata quella di procedere alla abolizione totale con trasferimento delle competenze agli enti locali territoriali (regioni e Comuni), semplificando anche non poco la vita ai cittadini. Si pensi infatti alla confusione imperante in tema di norme urbanistiche. In questo pasticcio il PD ha la propria parte di responsabilità, perché non si può continuare in eterno il giochetto di essere di governo a Roma e di opposizione sui territori.
Per quanto ci riguarda la vicenda assume toni grotteschi, quasi come se la decisione fosse di questi giorni. In realtà la reazione istituzionale e politica risulta, tardiva e strumentale, caro Orlandini, priva di quei contenuti politici, anche in termini di proposta che avrebbero dovuto costituire il fulcro di una azione, almeno di livello regionale.
Oggi la battaglia appare di retroguardia, tutta tesa alla ricerca del colpevole e mostra le forze di governo del territorio incapaci di porsi come vero soggetto riformatore, rischiando di connotarle come elemento di mera conservazione, incapaci di porsi il tema di una riforma istituzionale reale e capace di incidere sui costi inutili. Ieri si sono difese le comunità montane creando surrogati, oggi si difendono non le provincie, si badi bene, ma ciascuno tende alla sopravvivenza della propria Provincia esibendo una posizione asfittica e di retroguardia. Nessuno può dire di essere stato colto di sorpresa, i tempi per ragionare c?erano, lo stesso rapporto con la Regione Toscana doveva essere più determinato e incalzante. Si è preferito sprecare tempo con una serie di prese di posizione più orientate all?immagine che non alla sostanza del problema, con proclami e con tentativi tardivi di riaprire una discussione. Rossi aveva avanzato una proposta, criticabile, non troppo distante da quella del Governo, sulla quale, anche seguendo il filo delle esperienze di area vasta per la gestione dei servizi si doveva pretendere l?avvio di un dibattito politico e istituzionale di livello almeno regionale. Ci verrebbe da dire che è mancata, sostanzialmente, la politica. Si sono spenti da poco più di due mesi gli echi di una Festa Democratica in cui, con tale tema sul tappeto, si è focalizzato tutto sul tema della Città, con una rincorsa anticipata alle elezioni nel capoluogo e con l?obiettivo di preparare la ricandidatura del Sindaco uscito. Quella poteva essere, vista anche la presenza in fortezza del Governatore della Toscana, l?occasione per creare dibattito attorno ai veri temi: le competenze delle nuove provincie, il destino dei dipendenti nelle loro articolazioni funzionali, la modifica delle altre organizzazioni su base provinciale, locali e statali, il coordinamento dei comuni. Invece con lo slogan ? Viva la nostra Siena? si è solo tentato di creare una cassa di risonanza mirata alle vicende del comune capoluogo. Non sappiamo cosa può essere recuperato, crediamo che con un di più di politica, con una proposta articolata e con il coinvolgimento delle forze politiche regionali e nazionali, della Regione Toscana e di tutta la Comunità Senese, uno sforzo per cogliere un risultato possa ancora essere compiuto”.