"Ci dissociamo, avanti per la nostra strada"
SIENA. “FN Siena – dichiara il segretario Dolci – torna su una questione che la riguarda direttamente, ossia quella relativa alla concessione degli spazi pubblici, in relazione alla quale mantiene la propria posizione circa la preferenza per i rimedi già indicati alla stampa nei precedenti comunicati. Premesso che FN Siena, immediatamente dopo il 14 luglio è stata la sola forza politica che ha dato vita ad una protesta (si veda il goliardico “sanzionaci questo” rivolto al Sindaco Valentini), ricordiamo altresì che il sottoscritto Segretario di concerto con l’ufficio legale di FN è stato il primo a mettere sul tavolo l’ipotesi di azioni legali da intraprendere contro l’emanando provvedimento, ovvero contro il regolamento definitivo.
Tuttavia oggi – continua Dolci – si apprende della presentazione, vera o millantata come tale, della presentazione di un Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica: trattasi di una soluzione che riteniamo obsoleta e, a prescindere da quello che potrebbe essere l’esito, seppur favorevole, perdente quale rimedio primario.
Perché? Per tutta una serie di motivazioni tecnico-giuridiche e politiche – continua Tizio – che riassumo brevemente: il cosiddetto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica non è rimedio giurisdizionale (come il ricorso al TAR) destinato a concludersi con una sentenza ma semplicemente giustiziale e tra l’altro limitato a motivi di legittimità e non di merito. Inoltre lo stesso preclude, una volta proposto, il rimedio del giudice amministrativo.
Ma soprattutto detto ricorso è utilizzabile solo a seguito del previo esperimento dei precedenti rimedi gerarchici e contro provvedimenti definitivi: al contrario quello contro cui ci si accinge a ricorrere non è ancora un provvedimento definitivo, ma soltanto atto di indirizzo politico, come tale non definitivo. Ciò significa che il ricorso rischia di essere in partenza rigettato per inammissibilità.
Al di là delle motivazioni giuridiche – conclude Dolci – riteniamo che la competenza tecnica di un giudice amministrativo sia di gran lunga preferibile alla giustizia di una Istituzione, sebbene la più alta dello Stato, la quale è emanazione, più o meno diretta, di un Parlamento che certamente non ci rappresenta”.