I due rappresentati del Pd affermano che il carcere "è una bomba ad orologeria"

RANZA. “Il governo deve intervenire subito per trovare delle soluzioni concrete ai problemi di sovraffollamento, della cronica carenza di personale e del sovraccarico di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria che fanno del carcere di Ranza una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in ogni momento”. Sono queste le parole con le quali Niccolò Guicciardini, segretario dell’Unione comunale del Pd di San Gimignano e Andrea Marrucci, capo gruppo consiliare Centrosinistra per San Gimignano, commentano la situazione del carcere di Ranza, alla luce del tentativo di evasione dalla struttura carceraria della cittadina turrita, avvenuto nei giorni scorsi.
“Agli agenti penitenziari – continuano Guicciardini e Marrucci – va tutta la nostra solidarietà e il plauso per come sono riusciti ad evitare l’evasione di un detenuto. Nello stesso tempo dobbiamo rinnovare l’appello al Governo affinché intervenga per risolvere una situazione intollerabile nella quale il personale è costretto a lavorare con turni massacranti e a rischio della propria incolumità, i detenuti vivono in condizioni disumane e con la comunità sangimignanese sempre più insofferente ad accettare il degrado della struttura carceraria. In questi mesi il Pd ha sollevato i problemi del carcere di Ranza in tutte le sedi, presentando mozioni in consiglio comunale e in consiglio provinciale, avvalendosi del prezioso e costante lavoro dei nostri parlamentari Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi, che hanno lavorato al fianco delle rappresentanze degli agenti di polizia penitenziaria, per sollecitare il governo e per trasformare il carcere in un luogo più sicuro e vivibile per agenti e detenuti. Dal governo non è arrivata nessuna risposta, solo annunci al vento relativi al ‘piano carceri’ di cui, ad oggi, non si è ancora visto niente di concreto. Continueremo a batterci – concludono Guicciardini e Marrucci – con tutti gli strumenti a nostra disposizione per cercare delle soluzioni sull’emergenza di Ranza e dare così il nostro contributo per risolvere il problema delle strutture di detenzione italiane che, oggi, non è più eludibile”.