La carenza di personale ed il sovraffollamento del carcere saranno nuovamente sottoposti all'attenzione del ministro Alfano
SAN GIMIGNANO. L’ennesimo episodio grave, un tentativo di evasione, scaturito da un clima di estrema tensione che si trascina ormai da molti mesi, si è verificato ieri a Ranza. Nei prossimi giorni depositerò l’ennesima interrogazione al ministro Alfano, mentre le precedenti restano ancora senza risposta.
È urgente intervenire e ripristinare al più presto la normalità all’interno della struttura, che soffre una grave carenza di organico, con circa 90 agenti in meno rispetto al necessario, e il 40 percento di detenuti in eccesso rispetto ai limiti previsti”. È il commento di Susanna Cenni, parlamentare senese del Partito democratico, dopo l’episodio accaduto ieri (domenica 14 novembre) nella casa circondariale di San Gimignano, quando un detenuto di nazionalità bulgara ha tentato la fuga durante l’ora d’aria, cercando di scavalcare il muro di recinzione prima di essere bloccato dal personale in servizio.
“I tagli del governo Berlusconi – prosegue Cenni – non hanno risparmiato né gli organici della polizia penitenziaria, che da anni l’esecutivo ha promesso di aumentare, né gli investimenti per le strutture carcerarie, un altro libro dei sogni presentato in pompa magna e poi rimasto chiuso in qualche cassetto del ministero. Il ministro della Giustizia Alfano non fa che occuparsi di processo breve e delle vicende giudiziarie che riguardano il nostro premier, mentre sul piano carceri, annunciato ormai diversi mesi fa, non è stato fatto un bel niente. L’ennesimo bluff, mentre la situazione di Ranza resta particolarmente critica, come non mancano di sottolineare gli stessi sindacati della polizia penitenziaria. In questi mesi abbiamo presentato numerose interrogazioni al Guardasigilli, che ad oggi restano in gran parte senza alcuna risposta. Assieme agli amministratori locali stiamo predisponendo un dossier per chiedere ad Alfano un incontro urgente – conclude la deputata democratica – per affrontare finalmente i problemi delle nostre strutture carcerarie, che non sono più eludibili”.