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Interviene così Niccolò Guicciardini (Pd), primo firmatario di una mozione, approvata oggi in Consiglio provinciale (con i voti contrari della minoranza) che chiede l’impegno dell’amministrazione penitenziaria e del governo per intervenire sulla struttura carceraria di San Gimignano, gravemente sovraffollata e con un organico ridotto, come denunciano da tempo i sindacati del personale penitenziario.
“Oggi in consiglio provinciale – spiega Guicciardini – il Pdl ha votato contro la nostra mozione, ma solo nel luglio 2009, in consiglio comunale a San Gimignano, è stato approvato un ordine del giorno di contenuto analogo anche con i voti favorevoli del centrodestra. A distanza di sei mesi nulla è cambiato sulla situazione delle nostre carceri, per cui non si capisce come sia potuta mutare la posizione del centrodestra”.
Nell’esporre la propria mozione, firmata da Marco Nasorri, Fabio Panci, Monica Cioni, Raffaella Senesi (Pd), Antonio Giudilli (Idv) e Roberto Renai (Sinistra per Siena), Guicciardini ha ricordato l’impegno preso dal governo poche settimane fa con il piano carceri, che prevede 500 milioni di euro per le infrastrutture carcerarie e 2000 assunzioni di personale di polizia penitenziaria.
“Qualcosa è stato annunciato – ha ricordato Guicciardini – ma non basta: occorre fare molto di più e soprattutto occorre passare dalle parole ai fatti. Le assunzioni previste a livello nazionale non sono sufficienti a colmare neppure un terzo delle carenze di organico. Il carcere di Ranza ha un esubero di oltre cento detenuti e una carenza di personale pari al 42 percento rispetto alla pianta organica prevista. Oltre un terzo dei detenuti è straniero. In simili condizioni è difficile garantire standard decenti di vivibilità ai detenuti e a chi lavora all’interno della struttura. Grave anche la situazione di insicurezza percepita dagli abitanti di San Gimignano e Volterra. Per quanto riguarda Santo Spirito a Siena – conclude Guicciardini – dove il sovraffollamento è relativamente contenuto, il problema maggiore è senz’altro legato allo stato della struttura, fatiscente e in alcuni casi addirittura pericolante, con standard igienici insufficienti e collocata all’interno del centro storico cittadino”.