La festa in Fondazione è finita e la Vernaccia ci ha dato alla testa
di Red
SIENA. Ecco quello che sa il sindaco di Siena e che i senesi non devono sapere sulla Fondazione MPS. Notizie che tutta Italia conosce, commenta e ci specula pure sopra. Sono “riservate” e i “capigruppo al corrente” devono mantenere le bocce ferme e il consiglio comunale non può discuterne pubblicamente. Certamente nell’era di Internet c’è ancora chi pensa che il popolo debba rimanere nell’ignoranza.
Dismissioni: il 2,57 della Cassa Depositi e Prestiti verrà acquistato dalle altre Fondazioni presenti nell’azionariato, ma Siena andrà mestamente fuori. Bollorè o chi per lui si prenderà il residuo delle quote Mediobanca (0,9%) a prezzi di saldo per “cessata attività”, come una bottega qualsiasi. Il fondo Sator (1,0% la partecipazione) comunicherà a breve l’acquirente e poi sapremo chi si porterà a casa il 5,6% del fondo equity F2i. Nonostante queste vendite non si azzerano i debiti con Mediobanca, Credit Suisse e gli altri 11 istituti coinvolti, ma si ristrutturano semplicemente. Una disfatta totale, una rotta degna dell’epopea di Provenzano Salvani, che si immolò prendendosi la responsabilità della sconfitta, fino a morire scagliandosi contro il nemico. Chi si ergerà a novello Regolino Tolomei? Tuttavia il nemico Dante gli riservò il Purgatorio per premiare la sua dignità. Per i protagonisti del disastro senese sarà solo Inferno? Quali teste cadranno a Siena?
Perché poi si procederà a diluire la partecipazione nella banca di Rocca Salimbeni dall’attuale 49,16% (alla Consob la banca ha dichiarato che al 14 dicembre questa era la quota della Fondazione, il mitico 50,1% è come l’araba fenice) a un modesto 30%, sperando che non si scenda oltre per cui la sede di MPS dovrebbe rimanere ancora per qualche anno a Siena. Per non mettere in difficoltà Gabriello Mancini, Comune e Provincia a distanza di soli due mesi dal precedente approveranno un nuovissimo “documento di indirizzo strategico” con cui ordineranno alla Fondazione di vendere azioni della banca come se fosse una brillante idea del partito e i nostri amministratori facessero esclusivamente il bene della città.
Ma molto dipende dagli altri. Dipende da come andrà la querelle contro l’Eba e le sue pretese di aumento di capitale. Chi dovesse cacciare 3,267 miliardi di euro potrebbe rivendicare di portare la sede altrove subito e la Fondazione ritrovarsi, ai saldi di borsa attuali, già sotto il 25%. Dipende dall’andamento del titolo in borsa. Con i creditori alla porta, banche e istituti finanziari, come credete che possa andare il titolo? Il boia a giugno ha dato corda all’impiccato. Vuoi indebitarti fino al collo? Firma qua questo pezzetto di carta che si chiama covenant e brindiamo con la Vernaccia di San Gimignano per il buon affare.
Alzate la mano, cari lettori, se prima di novembre avevate un’idea di cosa fosse un covenant. Onestamente. Senza vergogna: non siete i soli, a Siena, a non saperlo, anche se non prendete gloria, prebende e tanti ossequi. Finora…