In attesa dei risultati degli stress test, il titolo risale in Borsa: il mercato crede nelle manovre proposte?
SIENA. Tutto gira intorno all’attesa dell’esito degli stress test dell’Eba, che verrà pubblicato venerdì, 29 luglio.
Il timore maggiore è, ovviamente, per Mps. Negli ultimi tempi la banca ha fatto sempre registrare valori negativi in borsa, a dimostrazione che, intorno all’ex colosso bancario sono in atto non pochi timori e certo non poche speculazioni.
Sul doppio fronte – Bruxelles/Siena – si stanno muovendo i protagonisti di questa vicenda. Un lungo articolo apparso questa mattina sul sito della Reuters, riferisce i rumors europei. Si teme, ma solo in termini ipotetici, la risoluzione bancaria. Lo scenario peggiore. Si teme, questo è decisamente meno ipotetico, la reazione dei mercati qualora la banca senese non avesse superato gli stress test.
A Siena pare ci sia chi sta lavorando alacremente alla creazione di un “consorzio di garanzia”, che possa concretizzare quei 5 miliari di aumento di capitale necessari per la ristrutturazione del bilancio. Ricapitalizzazione che sarebbe al centro del piano di rilancio della banca, con il fondo Atlante – come riporta Repubblica – attivo sulle tranche di qualità mediana e un prestito ponte da Jp Morgan per mettere sul mercato i crediti migliori, assistiti dalla garanzia Gacs dello Stato. Restano le perplessità sulle reazioni del mercato, l’agente unico che potrebbe evitare il coinvolgimento pubblico nell’operazione. Una rafforzamento patrimoniale così imponente, notano infatti gli analisti, resta un’incognita, soprattutto alla luce dell’attuale capitalizzazione di Borsa di Mps, pari a 850 milioni.
Se il consorzio di collocamento composto da Jp Morgan e Mediobanca non garantirà l’aumento, come sembra, un intervento del Tesoro porterebbe alla condivisione delle perdite per la svalutazione dei crediti da parte degli obbligazionisti subordinati. E sul loro possibile ristoro, magari attraverso la conversione dei loro titoli in azioni del Monte rafforzato, si lavora ancora.
Il progetto di recupero delle criticità dovrà poi passare al vaglio dell’Europa ed il percorso appare, almeno in questo quadro, non proprio semplice.
“”Confidiamo in una soluzione di mercato. L’obiettivo, che crediamo sia raggiungibile, è che ci sia una soluzione di mercato che coinvolga in una prima fase un alleggerimento delle sofferenze e in una seconda fase la ricapitalizzazione”, ha detto Yoram Gutgeld, consigliere economico del presidente del Consiglio Matteo Renzi – riporta la Reuters che prosegue – In ogni caso il Single resolution board (Srb), l’organismo incaricato di gestire le crisi bancarie, in via precauzionale punta a garantire che tutto sia pronto nel caso Mps finisca in risoluzione, spiega la fonte stressando il fatto che al momento si parla solo di scenari teorici”.
Il Governo italiano, intanto, punta ad una soluzione dell’affaire Mps, chiedendo soccorso ai privati. Su internet compare la denominazione “Atlante 2” ovvero un gruppo di privati (si passa anche di casse di previdenza di professionisti) pronti ad acquistare, a due soldi, un pacchetto di crediti non esigibili. Altrimenti… il bail in. Ovvero la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni. Un valore acquisito che dovrebbe girare intorno ai 5 miliardi da racimolare con l’aumento di capitale. Una soluzione che farebbe male ai risparmiatori e che, in questi tempi di pre-referendum, non farebbe bene all’immagine di Renzi.
Ancora Repubblica riporta il parere degli analisti di Barclay’s che fanno notare che “una soluzione tagliata su misura per la banca senese, e non replicabile su tutto il sistema, rischia di esser un tampone solo di breve respiro. I crediti scaduti del Monte dei Paschi rappresentano infatti solo il 13% dei 360 miliardi di npl (non performing loans) del sistema bancario italiano e alla prossima incertezza sulle prospettive economiche del Paese o della qualità del credito, potrebbero sopraggiungere dubbi su nuovi istituti. Insomma, non è risolvendo i problemi del solo Monte che si avrà un rilancio definitivo delle banche italiane”.
Troppe manovre intorno alla banca senese, troppi interessi e troppe toppe da riparare. E, in queste ore, troppe scadenze a breve termine incombono. Si rischiano colpi di testa o speculazioni dell’ultima ora che non farebbero bene che a pochi. Cioè ai soliti.