Tra i 31mila dipendenti non c'era nessuno in grado di "sostituire" un costoso consulente?

SIENA. In una banca quella che conta sono i numeri ed è per questo che vogliamo – a questo punto della storia del Monte e viste le vicende che stanno interessando la città e i lavoratori – fare un approfondimento su alcune voci di bilancio di Mps.
Le prime che inizieremo ad analizzare (vedi tabella a fondo pagina) sono quelle relative alla pubblicità e ai compensi per i professionisti dal 2006 al 2010. Faremo parlare i numeri con qualche ovvia considerazione. Come si può vedere dalla tabella allegata, la somma delle due poste di bilancio sommate ammontano a 926 milioni di euro e più precisamente: 297 per la pubblicità e 629 per i compensi ai professionisti. L’importo complessivo è grosso modo il debito della Fondazione nei confronti delle banche creditrici. Non pensiamo, francamente, che tali spese non debbano non essere sostenute, ma l’importo riportato precedentemente ci sembra onestamente eccessivo. Capiamo, anche, che una mole di denaro riversata sulla stampa e sul mondo delle professioni abbia “aiutato” il consenso nei confronti della gestione della banca e come questo, per certi aspetti, possa essere anche positivo. Come abbia, il consenso, permesso di valorizzare, ad esempio, i vari premi che il Monte ha conquistato in tutti questi anni. Premi la cui “importanza” è facilmente verificabile nel bilancio sociale dell’istituto bancario senese. L’ulteriore considerazione è che poi, alla fine, quando i nodi vengono al pettine, nessun intervento pubblicitario, anche se molto significativo come quello descritto, riesce ad addolcire la verità dei fatti. Ne è testimonianza la quantità di articoli e di servizi, fortemente critici, che ha interessato la città di Siena e i personaggi coinvolti nella gestione della Banca e della Fondazione.
Discorso a parte meritano le consulenze, che hanno – come si può vedere – un picco di spesa proprio nell’anno dell’acquisto dell’Antonveneta nel 2008. Qualcuno potrebbe obiettare che la motivazione dell’impennata nei valori sta proprio nell’acquisizione fatta. Non è proprio così. La procedura di acquisto messa in campo non è riuscita a creare alcuna norma di salvaguardia (e del resto sarebbe stato difficile, se al punto C del “documento informativo relativo all’acquisto da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. dell’intero capitale sociale di Banca Antonveneta S.p.A.” pagina 12, si ammette che: “ai fini della determinazione del prezzo non sono state redatte perizie di stima”). Quindi, continuiamo a rimanere scettici sulla dimensione complessiva della spesa per le consulenze e su quella del 2008 in particolare.
Una domanda, che a qualcuno potrebbe sembrare banale, ma siamo proprio sicuri che fra i 31mila dipendenti della banca non c’era proprio nessuno che avrebbe potuto essere impiegato per rispondere, almeno in parte, alle esigenze sopra riportate? Era proprio necessario rivolgersi a competenze esterne?
Ma ci sono altre interessanti cifre da analizzare e vi rimandiamo al prossimo approfondimento.
ANNO | PUBBLICITA’/000 | CONSULENZE/000 |
2006 | 53.578,00 | 104.773,00 |
2007 | 61.695,00 | 93.544,00 |
2008 | 58.261,00 | 164.439,00 |
2009 | 57.483,00 | 128.660,00 |
2010 | 66.195,00 | 137.922,00 |
TOTALI | 297,122.00 | 629.338,00 |