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SIENA.
Il Partito Socialista di Siena è profondamente preoccupato per la grave situazione in cui si trova la Banca Monte dei Paschi di Siena, la sua più grande e famosa istituzione. Purtroppo una serie di errori, leggerezze, incompetenze e, forse, dolo, hanno portato vicino al baratro la gloriosa istituzione.
È vero che indietro non si torna ed i danni causati sono irrecuperabili, ma le responsabilità politiche di queste scelte sono evidenti e nascondersi dietro ad un presunto cambio di metodo da parte della forza politica che ha portato al tracollo, è solo nascondersi dietro ad un dito. Anche perché le scelte successive non sembrano essere state migliori.
La responsabilità politica del maggiore partito di governo di Siena è stata, negli ultimi 15 anni, quella di essere stati totalmente succubi dei desiderata romani, fin dall’acquisto della Banca del Salento fino all’Antonveneta. Contrariamente a quanto era stata sempre capace la classe politica dirigente senese, cioè quella di essere autonoma dai diktat romani.
È anche vero che tutte le forze politiche senesi non si opposero ai diktat del pensiero dominante. Ed anche quelli che criticavano spesso lo facevano stando seduti dietro faraonici stipendi, peraltro legittimi, elargiti sempre da Babbo Monte.
Noi non vogliamo entrare nel merito tecnico del salvataggio che potrebbe essere attuato, ma auspichiamo un adeguato intervento del governo nazionale, anche in contrapposizione alle inconcepibili rigidità nordeuropee.
Ci preme inoltre intervenire sulle valutazioni politiche relative ai comportamenti di amministratori pubblici locali, precisando che il PSI non fa parte della maggioranza al Comune di Siena, pur avendo contribuito all’elezione dell’attuale sindaco Valentini, non abbiamo condiviso l’impostazione del nuovo statuto della Fondazione MPS, che di fatto marginalizza la presenza senese nell’Ente, non si sa bene a favore di chi, se non in un’ottica di benevolenza del padrone di turno.
Riterremmo che il sindaco Valentini lo dovrebbe ben spiegarlo ai senesi.
Inoltre, sempre dal Sindaco Valentini, saremmo curiosi di conoscere le iniziative intraprese dall’attuale presidente e dalla deputazione amministratrice, volte a tutelare il patrimonio e le finalità della Fondazione, che vanno oltre l’ordinaria e minima amministrazione, tanto da portarci a chiedere a cosa serva tutto questo apparato esistente.
Ci rassicuri il sindaco Valentini su alcune domande che ci facciamo relativamente ad una serie di iniziative intraprese dalla Fondazione, tra cui alcune sollecitate, ci sembra, dal Sindaco Valentini stesso.
- Esistevano, o esistono, rapporti fra vecchi membri delle deputazioni della fondazione e professionisti incaricati di delicate consulenze finanziarie ?
- È vero che la Fondazione ha sottoscritto un incarico professionale legale retribuito che prevede sia il parere, che la eventuale e conseguente gestione della causa per l’azione di responsabilità? Perché se ciò corrispondesse al vero, riteniamo che sia irrituale.
- Le deputazioni della Fondazione hanno considerato il rischio di una azione risarcitoria, qualora le loro richieste, o i loro assunti, non vengano riconosciute dai tribunali, da parte dei soggetti contro cui è stata fatta azione legale? Il sindaco Valentini ne è, o ne era, consapevole?
Senza parlare di scelte di amministratori apicali della Banca, quando la FMPS era determinante, che furono fatte più con l’ottica politica che imprenditoriale e che ha portato a bruciare quasi le stesse risorse bruciate con l’acquisizione di Antonveneta.
Ci domandiamo inoltre perché il Sindaco Valentini non ha mai sollevato dubbi sull’operato di Bankitalia e Consob, sicuramente corretto fino prova contraria, che espressero parere favorevole all’acquisizione di Antonveneta.
PSI Federazione Provinciale di Siena