I tatticismi politici rischiano di creare un danno irreversibile a tutta la città
SIENA. Il tema della Fondazione Mps non è svincolabile dal momento economico e finanziario che stiamo vivendo. Siamo in una fase recessiva, di crisi economica e morale senza precedenti, non solo in Italia, ma anche a Siena, con la situazione dell’Università e dei dipendenti con i loro posti ed i salari a rischio, che sono solo la punta dell’iceberg di tantissime crisi aziendali di piccole, medie e grandi imprese che non ha precedenti storici. Dobbiamo fermare quanto prima questa caduta e ricominciare a costruire, con umiltà, dedizione e grande determinazione. Questo vale per le imprese, per le famiglie, per gli enti pubblici ed anche per la Fondazione Mps. E’ in questo quadro che sono avvenute le tanto discusse nomine qualche settimana fa. Sia il metodo di selezione che i nominativi individuati ci trovano assolutamente d’accordo, visti i curricula dei nominati. E’ stato dato un segnale fortissimo alla città ed ai mercati ed è stata percorsa l’unica via possibile che portasse ad un vero cambiamento ed una discontinuità di azioni resa necessaria dal quadro economico e sociale che stiamo vivendo quotidianamente sulla nostra pelle. A livello locale questa crisi è diversa da ogni altra, avendo colpito anche la Banca Mps in un momento particolare, in cui stava digerendo il boccone tanto affascinante quanto impegnativo di Banca Antonveneta.
In questi mesi, partendo dalla mozione di qualche mese fa che ha raccolto quasi unanimi consensi in Consiglio Comunale, abbiamo monitorato con il sindaco e tutti i capigruppo, la situazione e possiamo prendere atto che la Fondazione ha posto in essere tutte le azioni possibili per uscire dalla situazione di difficoltà. Appare dunque normale che altre forze politiche non di maggioranza abbiano condiviso un percorso volto solo al bene di Siena e della Fondazione. Un’opposizione preconcetta, ancorata ai “no culturali” e non di contenuti, sarebbe l’opposto di quanto utile e necessario per uscire dalla crisi e di conseguenza a tutti i senesi ed all’opposto di quanto loro stessi avevano dichiarato in campagna elettorale. E’ piuttosto sorprendente nei modi e nei tempi il dissenso che è emerso nelle file della maggioranza non escludendo anche il nostro gruppo consiliare, con l’uscita di Francesca Mugnaini. Sono segnali chiari, nei tempi e nei modi in cui sono avvenuti. Ce ne dispiace, ma non possiamo che prendere atto dei nuovi assetti.
Adesso è arrivato il momento della responsabilità, in cui ciascuno dovrà guardare al “bene della città” spesso citato (ma anche abusato) in campagna elettorale. Si voterà il bilancio nei prossimi giorni, ovvero i conti provenienti dal precedente mandato, di cui gran parte delle forze dell’attuale maggioranza sono state parte attiva e vitale, votando ogni singolo provvedimento. Ci sarà da scegliere se volere un commissario per Siena ed andare alle elezioni (spiegando le motivazioni agli elettori) oppure andare avanti, cercando di combattere la crisi economica, morale e sociale del nostro territorio, con forza, determinazione e barra diritta verso il cambiamento, come noi vogliamo ed abbiamo sempre dichiarato di volere con chiarezza e trasparenza.
Come per i dipendenti di tutte le aziende e degli enti in crisi, il nostro pensiero va adesso ai dipendenti della Banca, che sono il primo valore della stessa. Se saranno chiamati a fare dei sacrifici, questi dovranno essere equi e trasparenti, dovranno essere per tutti e maggiori per chi ha maggiori livelli di responsabilità con stipendi conseguenti. Siena e soprattutto chi pro tempore è chiamato ad amministrare la città ha il dovere di mettere in campo tutte le azioni necessarie al perseguimento del bene comune, di tutta la comunità, non il mantenimento di privilegi o prebende che, ove ancora presenti, devono essere cancellate, avendo come timone, lo ripetiamo ancora, il bene di tutta la comunità. Della fase politica, sociale ed economica che stiamo vivendo e delle azioni che stiamo mettendo in campo, saremo chiamati a darne conto negli anni futuri e con questo alto senso del dovere e responsabilità non dobbiamo tirarci indietro, stare uniti e guardare al futuro. Non è tempo di demagogia e proclami, ma tempo di responsabilità.
Leonardo Tafani – Coordinatore Comunale Psi-Riformisti