Il documento approvato all'unanimità dal personale
“Le lavoratrici e i lavoratori della Provincia di Siena, la RSU, la FP CGIL e la FPL UIL hanno, in tempi non sospetti, criticato aspramente la cosiddetta riforma delle Province come riforma fatta per cercare di dare una risposta, in maniera del tutto errata, all’antipolitica e non per costruire una nuova architettura istituzionale più efficiente. Una riforma che sembra ignorare del tutto servizi e compiti di questa istituzione e propone sulla base di parametri del tutto arbitrari, che non tengono conto né delle omogeneità economiche né della mobilità delle persone, il ridisegno di una nuova provincia non più legittimata dal voto di tutti i cittadini ma ente di secondo grado.A questo vizio d’origine, nel corso di questi mesi, anche nella nostra regione, è seguito un dibattito che, eufemisticamente, può essere definito senza senso.
Rivendichiamo la coerenza di una posizione chiara: le province devono restare enti di governo cui devono essere attribuite le funzioni di area vasta e di coordinamento e devono poter godere della necessaria autonomia finanziaria.
Quale valore possono avere questi enti in termini di prossimità e sussidiarietà al cittadino, quale volano di sviluppo, quale presidio di legalità se con le manovre precedenti e con la spending review si otterrà nel 2013 una sommatoria di Enti quasi completamente in dissesto finanziario? Quale futuro per i servizi? Quale futuro per i lavoratori?
Invece di tentare di costruire una risposta che in qualche modo partisse dalle omogeneità delle linee di sviluppo, dai servizi e dal diritto dei cittadini di poterne usufruire in maniera diffusa e dal diritto dei lavoratori delle province di veder garantito il loro posto di lavoro e la loro professionalità, si è preferito parlare d’altro, dando spazio a localismi che rischiano, se non ricondotti a una proposta comune della Toscana, di fare applicare i cervellotici criteri del Governo.
Le lavoratrici e i lavoratori della Provincia di Siena chiedono con forza a tutte le istituzioni politiche locali e alle forze politiche un salto di qualità del dibattito in corso per arrivare ad una decisione condivisa che abbia come bussola i servizi e il lavoro di chi oggi opera nelle province.
I circa 437 lavoratori di ruolo più i precari che oggi fanno funzionare servizi indispensabili per i cittadini sono una risorsa importante e qualificata che non può essere dispersa e tanto meno non tenuta nel debito conto nel disegnare i servizi e l’organizzazione del lavoro delle nuove province.
Partendo dalla piena adesione allo sciopero nazionale dei servizi pubblici di venerdi 28 settembre i lavoratori e la lavoratrici della Provincia di Siena continuano nella mobilitazione. Tramite le loro rappresentanze sindacali vogliono essere protagonisti di una seria riforma delle Istituzioni, di cui questo paese ha estremo bisogno. Pretendiamo da subito l’avvio di un confronto sinergico con tutti i soggetti istituzionali interessati al riordino delle Province.