Dovrà diventare, nelle sue intenzioni, la "migliore banca italiana" come da intervista su Il Sole 24 Ore
di Red
SIENA. Il sindaco di Siena si era affrettato, il 27 aprile mattina rispondendo a una domanda di un consigliere, a dichiarare che il neopresidente di MPS Alessandro Profumo avrebbe rinunciato allo stipendio, come il neo presidente aveva già annunciato. Il banchiere domiciliato, dicono, a Staggia, si accontenterà dei 60mila euro di spettanza come consigliere di amministrazione.
Lunedì mattina, però, già di buon ora, c’è chi riferiva: “leggetevi il contratto: bonus, extra, ecc. altro che stipendio!”. E a noi è venuto un dubbio grande come una casa. Il contratto di Antonio Vigni era fatto in modo così “inusuale” che pare abbia fruttato 4 milioni di fine rapporto all’ex direttore generale. Svincolato dal valore della banca, perché nel maggio 2007 il titolo valeva 3, 575 euro e il 30 dicembre 2011 era crollato a 0,2519 euro. Con una debacle simile (perdita di oltre il 90% del valore di borsa), Vigni avrebbe dovuto pagare per togliere il disturbo, se vivessimo in un mondo normale: così la pensano tutti a Siena.
E se, incrociando le dita affinchè ciò non accada, durasse solo un mese causa rinvio a giudizio, quanto ci costerebbe Profumo? Vorremmo avere una risposta scritta e documentata, magari attraverso quei sindacati che hanno un ottimo feeling con la Direzione Generale. E l’amico da lì proveniente ci ha salutato con un sorriso amaro: beffati ancora questi senesi?
Il nuovo presidente della Rocca Salimbeni ha rilasciato una intervista all’ottimo Cesare Peruzzi de Il Sole 24 Ore. Tra le tante dichiarazioni, ci interessa sottolineare che riguardo al prevedibile aumento di capitale Profumo ha detto: “Sono appena arrivato e mi sembrerebbe prematura una risposta nel merito da parte mia. Ma la banca ha presentato all’Eba un piano che ritengo possa bastare”. Esauriente senza il condizionale.
Lodevole il fatto di accettare che la banca si dovrà ritagliare uno spazio chiamato “banca regionale” e l’ambizione di rilancio nel lungo periodo di far diventare MPS “la migliore banca italiana entro il 2020”. Naturalmente si dovrà verificare il passaggio dai principi ai fatti, e quanto dolorosa sarà la ristrutturazione per il gruppo e i dipendenti è ancora da vedere.
Da parte nostra ci sentiremmo di consigliargli l’accorpamento di qualche società finanziaria, con relativa cancellazione di pletorici consigli di amministrazione composti da gente dal dubbio curriculum bancario, quando non proprio inesistente.
Sarebbe un segnale concreto di risparmio fatto non sulla pelle dei dipendenti e di indipendenza dalle consorterie politiche che asfissiano il Monte.