La mummia di Breznev al posto di Sallustio in piazza del Monte...
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di Red
SIENA. Sembra che la caccia all’esubero sia terminata, e che i 1.300 “volontari” previsti dall’accordo dello scorso 7 agosto dai sindacati con il piano alto di Rocca Salimbeni andranno in prepensionamento. L’accordo era riportato ed enfatizzato anche sul sito www.landosileoni.it che però non avvertiva che a contraltare della rinnovata unità sindacale il Tandem e la signora Dalla Riva avrebbero provveduto a fare assunzioni dirette con speciale attenzione alla provenienza pugliese della maggior parte dei nuovi arrivati, tanto per far capire chi veramente comanda dentro il Monte dei Paschi. L’unico vantaggio è che con lo stipendio di uno che esce se ne fanno due abbondanti di quelli che entrano. Ma i sindacati si accorgono di nulla? E’ un mistero.
E’ una questione con cui non vogliono avere a che fare. La solita, vecchia questione di quindici anni di pappa e ciccia: la politica che Profumo voleva aver cacciato dalla porta, non è rientrata dalla finestra. Perché non si è mai mossa dal suo posto. Il sotto e soprabosco di partito che ha condizionato – come riportato e raccontato anche nelle parole di ex dirigenti e sindaci senesi – non molla la presa. Draghi, Renzi e la signora Merkel, che fanno i paladini del rigore e della trasparenza, ci dovrebbero spiegare per quale motivo tutti gli istituti di credito europei decotti e tecnicamente falliti sono stati nazionalizzati tranne due: Deutsche Bank e Monte dei Paschi di Siena.
L’America ha disvelato gli intrighi tedeschi dato che la Sec non si fa imbrogliare facilmente ed è abbastanza difficile imbavagliare la stampa negli USA. Il Tandem se la cava meglio: afferma lezioni di economia campate per aria davanti alla claque, evita le domande dirette che gli amici non hanno il coraggio di porre, quelle indirette le lascia cadere nel vuoto. E dal 2011 non si riesce a chiudere un bilancio in attivo o almeno in pareggio: si può far omettere ma non si può cambiare la verità. I miliardi dei Monti bond sono stati quasi tutti restituiti, grazie all’ultimo aumento di capitale, ma la situazione non si è spostata di una virgola come dopo l’aumento mussariano del 2011: un’altra partita di giro. E i fondi che hanno contribuito a piene mani al successo dell’operazione nel 2015 vorranno incassare i dividendi per i quali i loro investitori li hanno resi ricchi. A quando il ciao Profumo? Salverà le apparenze o sarà contestuale al “ciao, Siena!” della direzione generale?
Ormai anche il professor Clarich ha capito l’altra falsità raccontata sulla nazionalizzazione, che avrebbe ucciso la Fondazione. Due palazzi (uno risulterebbe in vendita dal 2012), la probabile liquidazione della Sansedoni, la carta straccia delle azioni di aziendine decotte per statuto in quanto carrozzini elettorali locali al di là delle buone intenzioni di qualcuno. Le azioni di Mediobanca, di F2i, la partecipazione Intesa, Sator, Fontanafredda, il 2,5% di Cassa Depositi e Prestiti sono andate via già da anni (2011-12). La Fondazione è tutta qui, dall’interno ci hanno certificato i suoi componenti che lo scopo sociale ovvero l’erogazione di utili alla comunità non può essere perseguito né tantomeno raggiunto. Sembra di rivivere gli ultimi anni di Leonid Breznev: era morto, ma la sua mummia era viva e vegeta!