
SIENA. Potrebbe definirsi in uno scontro a due quello per conquistare la presidenza dell'Abi: da una parte il candidato delle "grandi banche", il presidente della Mps Giuseppe Mussari, e dall'altra quello delle popolari, il presidente uscente (due mandati già conclusi) Corrado Faissola.
Si era ventilata la possibilità di un terzo nome, sul quale far convergere i due opposti schieramenti ma, allo stato attuale, la voce non trova conferme.
La prima riunione dei cinque "saggi" che dovrebbe portare al nome del presidente dell'Associazione Bancari Italiani si è tenuta questa mattina (10 marzo). Presenti quattro dei cinque membri. Assente ma presente in videoconferenza Alessandro Profumo di Unicredit.
L'incontro è stato definito dai banchieri come una "chiacchierata" per definire le modalità di candidatura e di elezione.
Ed infatti, alla fine dell'incontro è stato deciso che Alessandro Azzi (Federcasse) avrà il compito di raccogliere il nome o i nomi dei candidati. "Vogliamo procedere in tempi abbastanza rapidi", ha annunciato il coordinatore del Comitato dei saggi. Azzi ha aggiunto che un altro incontro del Comitato ci sara' "quando avremo raccolto le candidature".
Se per Mussari i giochi sembravano fatti, adesso le cose si complicano e pare proprio che toccherà alle ex Casse di Risparmio fare da ago della bilancia tra le grandi banche e le popolari. Per il momento non si registra, però, una presa di posizione del presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti che qualche giorno fa ha ricevuto proprio una visita del numero uno di Banca Mps.
Al termine del lavoro dei Saggi, la designazione sarà fatta prima dell'assemblea annuale di luglio in sede di comitato esecutivo, organo formato da 33 persone (ma l'ex presidente Tancredi Bianchi non vota). Per l'elezione bisogna raggiungere il quorum del 75% e i grandi istituti possono contare su 10 voti, le popolari su 8, le Bcc su 3, mentre le ex casse di risparmio (insieme alle banche private e alle straniere) hanno in mano 9 voti. Sarà quindi uno scontro tra grandi e piccoli, di cui la settimana scorsa si è già avuto un assaggio con il richiamo di Profumo ai piccoli istituti, colpevoli secondo lui di aver fatto, durante la crisi, dei "distinguo" in tema di reputazione a danno dei soggetti di maggiori dimensioni.