La DOP Economy tiene nel 2020 con 16,6 miliardi di euro. Per Stefano Patuanelli DOP e IGP sono componente fondamentale del made in Italy
di Letizia Pini
SIENA. Presentato oggi il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 – l’analisi della Dop economy italiana sui valori economici e produttivi dei settori agroalimentare e vitivinicolo DOP IGP – alla presenza del Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli.
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP IGP STG, contiene l’analisi e l’interpretazione dei dati della Dop economy nell’anno della pandemia e delle principali evoluzioni del sistema IG da parte dei rappresentanti del settore e delle istituzioni a conferma di come la qualità agroalimentare e vitivinicola certificata DOP IGP sia ancora il comparto che forse meglio di ogni altro è in grado di rappresentare la peculiarità e la forza delle produzioni made in Italy.
Il rapporto 2021 è nato dall’integrazione delle competenze sviluppate dall’Osservatorio Qualivita e dall’Osservatorio Ismea e dalla collaborazione con OriGIn Italia e fotografa la realtà del comparto IG 2020 con i dati produttivi ed economici dei settori Cibo e Vino italiani, i dati economici territoriali, i dati del canale GDO e del settore dei trasformati e infine un’analisi delle azioni dei Consorzi per il rilancio del sistema DOP IGP.
Descrive i dati del settore dei prodotti DOP IGP nell’anno della pandemia. La DOP ECONOMY tiene nel 2020 con 16,6 miliardi di euro mentre il settore IG cala del -2% in valore: stabile l’export a 9,5 miliardi (-0,1%) pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore. Questo significa che nell’anno della pandemia che ha messo in discussione molti fattori alla base dei sistemi di produzione, distribuzione e consumo, la Dop economy ha confermato il ruolo esercitato nei territori, grazie al lavoro svolto da 200mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino.
Questi risultati sono dovuti all’impegno di tutto il sistema con azioni di solidarietà, attività di sostegno agli operatori, accordi con i soggetti del mercato e un continuo dialogo con le istituzioni che, riconoscendo la valenza strategica del settore, hanno supportato attraverso apposite misure la continuità produttiva delle filiere DOP IGP, capaci di esprimere un patrimonio economico dei territori italiani per sua natura non delocalizzabile.
Dop economy: un euro su cinque dell’agroalimentare italiano da prodotti DOP IGP
La produzione certificata DOP IGP agroalimentare e vinicola nel 2020 esprime un valore di 16,6 miliardi di euro, un dato in calo del -2,0% rispetto all’anno precedente; ma se da una parte si interrompe il trend di crescita del settore, ininterrotto negli ultimi dieci anni, dall’altra in un passaggio di difficoltà straordinaria si conferma la capacità di tenuta di un sistema di qualità diffuso in tutto il territorio nazionale. La Dop economy vale il 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie soprattutto al contributo delle grandi produzioni certificate, ma non mancano elementi che confermano un forte dinamismo del sistema delle Indicazioni Geografiche italiane, fra cui l’affermarsi di categorie come le Paste alimentari o i Prodotti della panetteria e pasticceria. Il comparto agroalimentare DOP IGP vale 7,3 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,3 miliardi di euro.
Export DOP IGP: variano le dinamiche ma si conferma il valore delle esportazioni IG
Le esportazioni delle DOP e IGP agroalimentari e vitivinicole nel 2020 registrano un valore stabile su base annua raggiungendo i 9,5 miliardi di euro (-0,1%) per un peso del 20% nell’export agroalimentare italiano. Si tratta di un risultato importante, con chiari effetti collegati alla pandemia sui mercati extra-UE, il cui calo è compensato da una crescita delle esportazioni verso destinazioni europee. Il valore complessivo è frutto anche di un andamento diverso fra i due comparti, con il cibo che con 3,92 miliardi di euro registra un incremento del valore esportato del +1,6% e il vino che con 5,57 miliardi di euro mostra un calo del -1,3%.
Impatto territoriale: traina il Nord Italia, ma le crescite sono nelle regioni del Sud e Isole
Tutte le regioni e le province italiane registrano un impatto economico delle filiere DOP IGP, anche se si conferma la concentrazione del valore nel Nord Italia. Fra le prime venti province per valore, ben undici sono delle regioni del Nord-Est, a partire dalle prime tre – Treviso, Parma e Verona – che registrano un impatto territoriale oltre il miliardo di euro. Nel 2020 solo l’area “Sud e Isole” mostra un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente (+7,5%), con crescite importanti soprattutto per Puglia e Sardegna.
Cibo DOP IGP STG: tiene il valore alla produzione, cresce l’export in UE
L’agroalimentare italiano DOP IGP STG coinvolge oltre 86mila operatori, 165 Consorzi autorizzati e 46 organismi di controllo. Nel 2020 raggiunge i 7,3 miliardi di euro di valore alla produzione per un -3,8% in un anno e con un trend del +29% dal 2010. Stabile il valore al consumo a 15,2 miliardi di euro per un andamento del +34% sul 2010. Prosegue anche nel 2020 la crescita dell’export che raggiunge i 3,9 miliardi di euro per un +1,6% su base annua con un dato che dal 2010 è più che raddoppiato (+104%). Mercati principali si confermano Germania (770 mln €), USA (647 mln €), Francia (520 mln €) e Regno Unito (268 mln €).
Vino DOP IGP: valore dell’imbottigliato stabile, frena l’export
Il vitivinicolo italiano DOP IGP coinvolge oltre 113mila operatori, 121 Consorzi autorizzati e 12 organismi di controllo. Nel 2020 registra 24,3 milioni di ettolitri di vino IG imbottigliato (+1,7% in un anno), con le DOP che rappresentano il 68% della produzione e le IGP il 32%. Il valore della produzione sfusa di vini IG è di 3,2 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato è 9,3 miliardi di euro (-0,6%) con le DOP che ricoprono un peso economico pari all’81%. L’export raggiunge 5,6 miliardi di euro, per un -1,3% su base annua e un trend del +71% dal 2010; risentono degli effetti della pandemia soprattutto i mercati extra-UE (-4,3%), mentre cresce l’export in UE (+4,1%) con incrementi a doppia cifra per i Paesi scandinavi e del Nord Europa.
Stefano Patuanelli Ministro politiche agricole, alimentari e forestali: “I prodotti DOP IGP si confermano anche nel 2020 una componente fondamentale nell’affermazione del made in Italy sui mercati globali e un motore di promozione e tutela delle eccellenze italiane. L’analisi del XIX Rapporto Ismea-Qualivita dimostra ancora una volta come grazie alla distintività e alla tradizione delle nostre produzioni, la Dop economy tenga sia sul territorio nazionale che all’estero, cresca nelle regioni del Sud e nelle Isole e traini l’intero comparto agroalimentare italiano. A livello comunitario ci aspetta un anno impegnativo, sia per la revisione del quadro normativo dell’etichettatura che per quello del regolamento DOP e IGP. Proprio per questo è necessario salvaguardare e tutelare l’intero sistema produttivo dai rischi che possono generare l’omologazione alimentare, i sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore, le fake news, i tentativi di imitazione sia sui mercati comunitari che su quelli terzi. Il PNRR, con i Contratti di filiera e di distretto, gli incentivi all’innovazione, la digitalizzazione, rappresenta una grande occasione per la crescita delle filiere DOP IGP, e come MiPAAF ci impegniamo già da subito ad accompagnare le imprese in questo delicato momento, con la volontà di metterle nelle migliori condizioni per intercettarne le opportunità e compiere un ulteriore salto di qualità nel mondo e in Europa”.
Angelo Frascarelli Presidente ISMEA: “La differenziazione, insieme a innovazione e organizzazione, è la leva del successo dell’agroalimentare italiano. I dati che il Rapporto Ismea-Qualivita sulle Indicazioni Geografiche monitora con attenzione ci parlano di un modello produttivo fortemente orientato alla qualità, al legame territoriale e a una differenziazione multilivello. Ma in prospettiva è necessario che la filiera agroalimentare affronti la questione con ancora più impegno rispetto al passato, orientando i propri sforzi per uscire dalla logica delle commodity e fare della distintività l’elemento cardine delle strategie produttive e commerciali”.
Cesare Mazzetti presidente Fondazione Qualivita: “Il Rapporto Ismea-Qualivita accompagna, ormai da 19 anni, l’evoluzione del sistema DOP IGP italiano e, ancora una volta, evidenzia come esso rappresenti un modello efficace di sviluppo dei territori. La coesione delle filiere, la garanzia di sicurezza per i consumatori e la capacità di dialogo con le istituzioni hanno rappresentato punti di forza per la tenuta del settore in risposta alle difficoltà emerse durante la prima fase della pandemia. I numeri delle nostre analisi sono il frutto del lavoro congiunto di operatori, Consorzi di tutela, enti e istituzioni in tutta Italia. La Fondazione Qualivita continuerà a supportare il sistema attraverso l’analisi del settore, proponendo elementi utili a definire una nuova visione strategica sulla qualità in risposta ai mutamenti in atto e ai nuovi obiettivi della transizione ecologica”.