L'azienda punta su un "ambiente di lavoro sereno e produttivo"

CASOLE D’ELSA. Oggi si è svolto un presidio davanti ai cancelli della Pramac, caratterizzato dall’uso di fumogeni e altri strumenti di protesta. Tuttavia, va sottolineato che a quanto ci risulta al presidio in cui c’erano circa 25 persone ha partecipato un solo dipendente ad oggi in forze all’azienda e che l’adesione allo sciopero nazionale è stata di circa il 15% dei dipendenti del sito di Casole.
Questi dati dimostrano come la grande maggioranza dei lavoratori di Pramac non abbia aderito a questa forma di protesta contro l’azienda con i suoi toni e modi di protesta, confermando la volontà di mantenere un ambiente di lavoro sereno e produttivo, basato sul dialogo e sul rispetto reciproco.
Riconosciamo e rispettiamo pienamente il diritto sindacale, garantito dallo Statuto dei Lavoratori, e ribadiamo che Pramac ha messo a disposizione, come ben sapete, specifici spazi aziendali in accordo con le RSU per l’affissione dell’attività sindacali. Questi spazi sono stati messi a disposizione nel pieno rispetto delle normative vigenti e dello Statuto dei Lavoratori. Pretendere di non rispettare tali regole significa alimentare uno scontro inutile e dannoso per tutti.
La coesione aziendale diventa più fondamentale che mai, in un momento storico complesso per l’economia europea, così come per il nostro territorio. Fare impresa in Italia non è facile e molte aziende internazionali, come dimostra il caso di Beko, chiudono i propri stabilimenti produttivi nel nostro territorio. La Pramac, come tutte le aziende italiane, sta affrontando sfide importanti con determinazione, coraggio e investendo oltre 20 milioni di euro per lo sviluppo dell’ampliamento della nuova fabbrica. Questo nell’ottica di un percorso sostenibile volto a difendere la competitività della nostra azienda.
Pramac guarda al futuro con investimenti significativi e con una visione chiara: costruire sullo storico sito di Casole d’Elsa uno stabilimento che possa competere nel futuro attraverso un ambiente di lavoro sereno e produttivo, fondato sul rispetto delle regole e sul dialogo, e non su minacce di reati penali o distorsioni della realtà utili solo a fare propaganda da parte della FIOM.