SIENA. Da Potere al Popolo Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Il 7 di maggio si è tenuto presso la Regione Toscana il secondo incontro fra sindacati e proprietà della Bassilichi sulle prospettive della società, dopo che si era già avuto un primo tavolo di confronto sempre in Regione lo scorso 27 aprile in concomitanza allo sciopero di tutti i dipendenti delle sedi Bassilichi in Italia a prescindere dal loro contratto di afferenza (industria, commercio e credito).
Ad oggi, continuiamo a non conoscere però se la Bassilichi (e soprattutto i suoi controllori)
abbiano fatto qualche passo indietro rispetto alla proposta iniziale di incentivare al
licenziamento volontario oltre 100 dipendenti per realizzare un primo profitto immediato
come nello stile di tutti i grandi gruppi finanziari.
Profitto da incrementare poi sulle spalle dei restanti dipendenti che verrebbero ripartiti
all’interno dell’Ausilia S.r.l. e della nuova compagnia, ancora tutta da definire, che
dovrebbe occuparsi dei servizi di contact center.
Qualora questo passaggio andasse in porto, molto probabilmente, i lavoratori verrebbero
inquadrati in contratti peggiori e in livelli inferiori rispetto agli attuali dove già sono la
maggioranza coloro i quali, pur operando all’interno di questo settore tutto legato al mondo
bancario e creditizio, si ritrovano con contratti di minor costo salariale e con minori
garanzie (vedi soprattutto gli inquadrati nell’ambito del contratto del commercio).
Come Potere al Popolo, denunciamo per l’ennesima volta come i processi di outsourcing
(cioè l’appalto a società esterne di funzioni, servizi e interi processi produttivi) spinti
all’inverosimile non facciano altro che frammentare e indebolire il fronte dei lavoratori
peggiorando le condizioni salariali e lavorative oltre che impoverire il tessuto produttivo.
Se a questo, sommiamo il continuo allontanamento dei centri decisionali e la
subordinazione di questi ultimi a grandi gruppi di investimento con proprietà finanziarie
allocate in ogni parte del mondo (meglio se nei paradisi fiscali degli evasori) estranee alle
comunità di lavoratori e delle loro famiglie, capiamo chiaramente come sia sempre più
difficile influire su processi economici dove il lavoro diventa una variabile totalmente
dipendente dal capitale.
Nel caso specifico della Bassilichi ci preme ad esempio ricordare come questa sia
diventata nel 2017 una società del tutto di proprietà della Nexi e come lo stesso gruppo
Nexi sia, a sua volta, di proprietà di una compagnia dal nome Mercury UK Holdco Limited
la quale è posseduta anch’essa da tre fondi d’investimento internazionali di cui la Advent
International e la Bain Capital con sede in Luxemburgo e dalla società di gestione
risparmio Clessidra”.