Citazione per danni a Visco, Bankitalia e altri per 350 milioni di euro
ROMA. In data 8 febbraio 2013, il ministero dell’Economia, su proposta della Banca d’Italia, disponeva lo scioglimento degli organi con funzioni di
amministrazione e controllo della Banca Popolare di Spoleto, formulata a seguito delle negative risultanze degli accertamenti ispettivi sull’istituto, nominando i soliti fiduciari come commissari: Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile, mentre Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio venivano nominati componenti del Comitato di Sorveglianza. Gli organi straordinari insediati, che operavano sotto la supervisione della Banca d’Italia, per adottare tutte le misure necessarie a garantire la regolarizzazione dell’attività aziendale nonché la piena tutela dei diritti dei depositanti e dei creditori sociali, rifiutavano la ricapitalizzazione della Banca per oltre 100 milioni di euro, scegliendo di offrirla in dote al Banco Desio e della Brianza, i cui valori azionari detenuti dai risparmiatori, sono stati completamente azzerati da una operazione dannosa e nociva per 21.000 soci azionisti della banca.
“I controlli di Bankitalia sulla Banca popolare di Spoleto hanno rilevato – affermarono i soliti fiduciari – gravi anomalie di governance”, con “un’accesa conflittualità degli organi aziendali” e “una incontrollata e imprudente condotta operativa”. I commissari hanno sottolineato in un comunicato che gli accertamenti ispettivi di via Nazionale sull’istituto di Spoleto si sono conclusi il 6 dicembre 2012 “con un giudizio complessivo sfavorevole“, alla luce di “un’aspra contrapposizione creatasi tra Spoleto Credito e Servizi (socio di maggioranza dell’istituto umbro) e Monte dei Paschi di Siena“, secondo azionista della Banca popolare di Spoleto (con il 25,9%).
Con due distinte sentenze, l’ultima emessa il 26 febbraio 2015 in sede di notifica, il Consiglio di Stato ha annullato quel commissariamento della Banca d’Italia, guarda caso non firmata dal Governatore Visco o dal numero due Salvatore Rossi, ma dal vicedirettore generale, rendendo così nulli tutti gli atti assunti dai commissari, compresa la scelta di offrire una banca radicata sul territorio, in pasto al Banco di Desio e della Brianza. Nella sede Adusbef di Via Farini a Roma, questa mattina i protagonisti di quel ricorso al Consiglio di Stato, in rappresentanza di 21.000 azionisti, hanno discusso le iniziative giuridiche e l’offensiva giudiziaria che partirà nei prossimi giorni contro il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il ministero dell’economia (che d’ora in poi, come sancito
dalle sentenze del Consiglio di Stato, non potrà solo assumere il ruolo di notaio delle malefatte, ratificando al buio le dubbie decisioni dei mandarini di Palazzo Koch, ma dovrà attivare autonome istruttorie) ed i commissari, le cui decisioni hanno spogliato il valore azionario dei soci della Banca Popolare di Spoleto, ridotto a zero.
Nei prossimi giorni quindi, dopo il deposito di circostanziate denunce penali contro il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il ministero dell’Economia ed i commissari Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro, Nicola Stabile, Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio, che hanno ridotto a zero il sudato investimento dei 21.000 soci della Banca Popolare di Spoleto, saranno redatte citazioni in sede Civile, per il risarcimento di tutti i danni materiali e morali, già quantificati dalle prime perizie, tra 300 e 500 milioni di euro.
Elio Lannutti (presidente Adusbef)