Secondo il candidato di Siena Cambia necessario l'impegno civico
SIENA.“Perché ad un certo punto della vita decidiamo di fare una determinata scelta alla quale fino ad oggi non si era minimamente pensato? Qualcuno dei miei amici o colleghi mi ha posto questa domanda quando ha visto il mio nome nella lista dei candidati di “SIENA CAMBIA per Bruno Valentini” e queste mie riflessioni dovrebbero aiutare a comprendere e (spero) a condividere il perché della mia scelta.
Ho 57 anni, da circa 38 anni impiegato al Monte (come si diceva una volta) dove ho vissuto tutto il percorso dell’impiegato medio. Prima destinazione Venturina (provincia di Livorno), dopo cinque anni Prato, oltre otto anni di pendolarismo, finalmente nel 1988 ritorno a Siena. Nel frattempo mi sono sposato, due figli, un nipote. Una vita quasi tutta vissuta nella città dove sono nato e che mo profondamente, ricca di forti passioni (sono contradaiolo del Nicchio). Poi il patatrac: l’Università in crisi, la Banca con problemi enormi, la crisi della politica con il Comune commissariato, tutto questo inserito in una crisi italiana e mondiale più ampia che, sicuramente, ha addirittura amplificato queste problematiche.Cosa può scattare, a questo punto, nella mente di una persona “normale”? O il rifiuto di tutto: smarrimento, sfiducia nelle Istituzioni e nel Sistema, non voto, voto di protesta, voglia di fuggire da tutto e da tutti. Oppure la voglia di non accettare passivamente tutto questo e tentare di contribuire a fermare il dilagante degrado, magari mettendoci la propria faccia.
La decisione di dare una mano a Bruno Valentini (che conosco da tanti anni, circa 40) l’ho presa d’impeto, senza pensare troppo ma in piena consapevolezza, perchè ritengo che oggi venga chiesto alla Politica di rompere gli schemi con il passato ed avere come propri rappresentanti persone “normali”, come ritengo di essere, che si impegnano per il bene comune. La scelta naturale, quindi, è stata quella di schierarmi a fianco di qualcuno di mia fiducia, che avesse già maturato importanti esperienze come amministratore e che si discostasse, nel contempo, dai vecchi ed ormai logori cliché, rappresentando dunque il vero cambiamento possibile.
Credo che la gente si sia ormai stufata della “Cattiva politica” ma che, forse inconsapevolmente, sia bisognosa della “Buona Politica” che si occupi solo del bene della città, che conosca i reali problemi dei cittadini e che, pur in un contesto particolarmente difficile, non lasci indietro nessuno. Siena è una città particolare da trattare, quindi, in modo particolare con potenzialità inespresse.
Un unico esempio tra tanti: a mio avviso, il Comune (includendo anche quelli limitrofi), l’Università degli Studi e l’Università per Stranieri potrebbero e dovrebbero, pur nella loro autonomia, essere sinergici tra di loro e meglio reindirizzare il turismo (oggi mordi e fuggi) a proprio vantaggio poichè questo bacino rappresenta una grande opportunità che aspetta solamente di essere sfruttata. La bellezza del territorio, l’unicità della lingua italiana e del suo insegnamento, tutto questo contestualizzato in una splendida città dove si vive bene, possono essere il volano per creare nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani, altrimenti costretti ad emigrare altrove.
Per questo ed altro, io e gli altri amici di SIENA CAMBIA sentiamo il dovere morale di provare a rendere, almeno in parte, quello che questa città ci ha dato, impegnandosi per il suo cambiamento”.
Ho 57 anni, da circa 38 anni impiegato al Monte (come si diceva una volta) dove ho vissuto tutto il percorso dell’impiegato medio. Prima destinazione Venturina (provincia di Livorno), dopo cinque anni Prato, oltre otto anni di pendolarismo, finalmente nel 1988 ritorno a Siena. Nel frattempo mi sono sposato, due figli, un nipote. Una vita quasi tutta vissuta nella città dove sono nato e che mo profondamente, ricca di forti passioni (sono contradaiolo del Nicchio). Poi il patatrac: l’Università in crisi, la Banca con problemi enormi, la crisi della politica con il Comune commissariato, tutto questo inserito in una crisi italiana e mondiale più ampia che, sicuramente, ha addirittura amplificato queste problematiche.Cosa può scattare, a questo punto, nella mente di una persona “normale”? O il rifiuto di tutto: smarrimento, sfiducia nelle Istituzioni e nel Sistema, non voto, voto di protesta, voglia di fuggire da tutto e da tutti. Oppure la voglia di non accettare passivamente tutto questo e tentare di contribuire a fermare il dilagante degrado, magari mettendoci la propria faccia.
La decisione di dare una mano a Bruno Valentini (che conosco da tanti anni, circa 40) l’ho presa d’impeto, senza pensare troppo ma in piena consapevolezza, perchè ritengo che oggi venga chiesto alla Politica di rompere gli schemi con il passato ed avere come propri rappresentanti persone “normali”, come ritengo di essere, che si impegnano per il bene comune. La scelta naturale, quindi, è stata quella di schierarmi a fianco di qualcuno di mia fiducia, che avesse già maturato importanti esperienze come amministratore e che si discostasse, nel contempo, dai vecchi ed ormai logori cliché, rappresentando dunque il vero cambiamento possibile.
Credo che la gente si sia ormai stufata della “Cattiva politica” ma che, forse inconsapevolmente, sia bisognosa della “Buona Politica” che si occupi solo del bene della città, che conosca i reali problemi dei cittadini e che, pur in un contesto particolarmente difficile, non lasci indietro nessuno. Siena è una città particolare da trattare, quindi, in modo particolare con potenzialità inespresse.
Un unico esempio tra tanti: a mio avviso, il Comune (includendo anche quelli limitrofi), l’Università degli Studi e l’Università per Stranieri potrebbero e dovrebbero, pur nella loro autonomia, essere sinergici tra di loro e meglio reindirizzare il turismo (oggi mordi e fuggi) a proprio vantaggio poichè questo bacino rappresenta una grande opportunità che aspetta solamente di essere sfruttata. La bellezza del territorio, l’unicità della lingua italiana e del suo insegnamento, tutto questo contestualizzato in una splendida città dove si vive bene, possono essere il volano per creare nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani, altrimenti costretti ad emigrare altrove.
Per questo ed altro, io e gli altri amici di SIENA CAMBIA sentiamo il dovere morale di provare a rendere, almeno in parte, quello che questa città ci ha dato, impegnandosi per il suo cambiamento”.
Sergio Pistolesi candidato nella lista Siena cambia per Bruno Valentini Sindaco al Consiglio comunale di Siena