"La cultura non è solo mostre e concerti..."
SIENA. Da Alessandro Pinciani, candidato sindaco di Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“Occuparsi di cultura a Siena non vuol dire solo pensare ad eventi quali mostre e concerti, al Santa Maria della Scala o a nuovi auspicabili spazi per l’arte e per la musica. Certo, tutti questi aspetti non sono da trascurare, come è stato pur fatto in questi anni. Ma c’è un aspetto altrettanto importante che, se ben promosso e sviluppato, potrebbe da solo portare un forte impulso alle arti, alla cultura e al turismo.
Parlo dell’artigianato. Definita “arte minore” nei libri di storia dell’arte ma fondamentale e prezioso bagaglio che Siena conserva da secoli ed i cui esempi illustri sono conservati nei musei locali. Arte orafa, arte tessile, maioliche, mosaico, pittura su legno, vetrerie artistiche. C’è un variegato mondo, carico di possibilità e di infinite prospettive che viene troppo spesso relegato nel dimenticatoio: quello dei laboratori artigiani. Veri artisti, custodi di una grande tradizione che, se messi nelle giuste condizioni, potrebbero diventare “scuole” che richiamerebbero studenti e artisti da tutto il mondo.
L’attenzione e la promozione delle “arti minori” potrebbe comportare il recupero di spazi di qualità nei vari fondi del centro storico lasciati vacanti da negozi a marchi in franchising e restituirebbe alla città quel volto di unicità che rischia di perdere. I giovani potrebbero riavvicinarsi al concetto del bello, alla grazia e al valore intrinseco che l’arte in tutte le sue declinazioni, possiede.
Le scuole d’arte sarebbero una incredibile risorsa per Siena. La sua anima medievale ritroverebbe vigore attraverso uno scambio di esperienze, di professionalità che richiamerebbe quel turismo attento e rispettoso di cui abbiamo tanto bisogno. Al lavoro in laboratorio, grazie alla collaborazione con un’amministrazione pubblica attenta e lungimirante, si affiancherebbe il “cuore digitale” ovvero il supporto delle nuove tecnologie, della “rete”, capace di estendere l’esperienza e il vissuto tra le mura e promuoverla con le giuste modalità.
Riappropriarci del bello, di quella bellezza che pure riconosciamo nei contorni dei nostri palazzi, nel bianco brillante del duomo, nelle pietre grigie, in quel terra di Siena che si infrange nell’azzurro del cielo, nell’armonia della nostra piazza del Campo, deve essere una priorità non meno importante del riprenderci il nostro ospedale, la nostra banca, la nostra fondazione, la nostra università per poter lasciare più ricchi e sereni i nostri figli”.