Il candidato all'Unione Comunale del Pd di Siena spiega le ragioni della sua candidatura e i temi al centro del suo programma
SIENA. Alessandro Pinciani si è candidato alla segreteria comunale del Pd. Una candidatura rappresentativa di quella corrente del Pd definita “monaciana” o meglio “ex Margherita” e che ormai da qualche anno ha una visione molto critica sulla gestione del partito e delle istituzioni ad esso legate a doppio filo.
A partire dal Comune. Il sindaco Valentini, dopo aver incassato, in campagna elettorale, l’appoggio di questa corrente interna del suo partito, ha fatto spallucce preferendogli altre correnti e correntine interne. Oggi, Alessandro Pinciani, durante una conferenza stampa dai toni decisi, anche sul sindaco non ha avuto alcun dubbio: “Se Valentini ritiene di aver fatto bene il suo lavoro si ricandidi. Noi non lo appoggeremo!”.
“Mi sono candidato a segretario dell’Unione comunale del Pd di Siena perchè credo di poter dare un contributo alla ricostruzione di questo partito – ha detto Alessandro Pinciani durante una chiacchierata telefonica – Non mi interessano le guerre intestine ma le frontiere da raggiungere. Infatti, diversamente dagli altri candidati, io un programma sintetico l’ho presentato. Il tema a cui tengo maggiormente è quello della governance. Con l’assenza della Provincia, è venuto meno il dialogo tra le varie realtà del territorio. Questo onere di mantenere il “collegamento” sarebbe dovuto passare al sindaco del Capoluogo ma, come è evidente, Valentini non ha saputo imbastire alcun rapporto con i Comuni contermini e neppure con quelli più distanti. Ci troviamo, oggi, in una situazione di sostanziale isolamento al punto che tanti progetti, siano essi culturali o di promozione turistica, vengono “imbastiti” dai Comuni della provincia di Siena con realtà che magari neppure appartengono alla stessa Regione”. “Un ruolo di interlocuzione tra le diverse realtà avrebbe dovuto tenerlo anche il partito. In passato lo faceva. Oggi le cose stanno diversamente e quindi assistiamo ad una totale assenza di confronto tra le istituzioni su macrotematiche di sviluppo o di gestione del territorio”.
In merito alla “fioritura” dei candidati Pinciani la vede diversamente. “Abbiamo assistito a questo refrain sulle candidature ed a tutti gli interventi scomposti arrivati da fuori Siena; io chiamo tutto questo “paranoia dell’unità nella diversità”. Trovo giusto che ci siano diversi modi di vedere le cose e trovo giusto che, per ritrovare compattezza, ci si confronti nel luogo adatto, ovvero a congresso. In quella sede però, sarebbe opportuno parlare di idee, di progetti, partendo magari da una foto quanto più reale della città. E su ciò dovrebbe avere luogo il confronto; Ed è solo sulle proposte migliori che occorre ritrovare l’unità. Il problema vero è che questa classe dirigente non è più né “dirigente” né “diligente”.
Il candidato all’Unione comunale del Pd ha poi anche spiegato la sua scelta di candidarsi in questo ruolo e non, magari, a segretario provinciale.
“Preferisco partire dalla base perché è dalla base che occorre affrontare la ricostruzione del partito. Credo di avere sufficiente coraggio, esperienza, coerenza per potermi mettere al servizio del Pd e lavorare bene. Non mi sono mai tirato indietro, non sono uscito dal partito pur avendo molte critiche da fare a chi lo stava guidando. Oggi voglio dare voce ai tanti che, come me, hanno avuto la tenacia di restare all’interno del Pd senza però avere nessuno che evidenziasse le loro osservazioni o, anche, desse un valore alle critiche costruttive. Forse è il momento che anche questa parte di iscritti abbia un ruolo, perché è fuor di dubbio che ne ha le capacità”.
RZR