SIENA. E così, a distanza di oltre 6 mesi dal suo insediamento, e dopo aver certificato gli ennesimi fallimenti dell’Ente, ovvero la chiusura di Biotech e il dissesto della Sansedoni, con la relativa perdita di altre importanti somme, e soprattutto di molti posti di lavoro, il Presidente della Fondazione MPS sembra accorgersi solo ora che Siena ha perso il MPS. Dire ancora oggi che la Città “deve prepararsi alla perdita della sua Banca”, la riteniamo una cosa non vera, e non rispettosa dell’intelligenza dei cittadini.
La Banca MPS è purtroppo già fuori dal controllo della nostra Comunità, che l’aveva fondata, e l’aveva portata ad essere la Banca più solida e più liquida a livello europeo, prima che la partitocrazia, e i personaggi incapaci ad essa legati, distruggessero in pochi anni ciò che era stato costruito in secoli di gloriosa storia. Questa è l’amara e drammatica verità che cambierà per sempre la vita sociale ed economica, non solo di Siena, ma di un territorio molto più ampio.
Non contento di questi “successi”, in gran parte causati da personaggi e gruppi esterni al territorio, il presidente dichiara con estrema leggerezza che anche il prossimo Direttore Generale “non sarà un Senese”, come se nella nostra Città non esistessero persone con adeguate competenze, ma soprattutto in possesso di quell’attenzione alla Comunità che avrebbe sicuramente impedito tutti gli scempi che hanno portato al disastro, a partire dalla scellerata operazione Antonveneta.
Ultima perla la disponibilità alla riconferma del tandem Profumo-Viola, ovvero di quella gestione che in tre anni non sembra avere apportato alcun beneficio alla Banca MPS; a questo proposito ricordiamo soprattutto i licenziamenti e gli esodi di personale (mentre si assumevano dirigenti carenti di specifici requisiti ma con alti costi) e relative chiusure di filiali, tutte le trimestrali in perdita, nessuna sostanziale “apertura di cassetti” (ad esempio il contratto di Antonveneta) o tangibili risultati delle azioni di responsabilità contro i “distruttori” del MPS.
Quindi la volontà di “non cambiare il timoniere quando il mare è in tempesta” ci appare un ulteriore errore, o peggio ancora, la conferma di una strategia per non fare emergere verità e responsabilità sul disastro MPS, soprattutto quelle che riteniamo ascrivibili alle Istituzioni nazionali che dovevano garantire il controllo e la regolarità delle varie operazioni.
Non possiamo quindi che esprimere un giudizio negativo sull’operato degli attuali Organi Amministrativi della Fondazione, auspicando un diverso atteggiamento circa la nomina del nuovo CDA di Banca MPS, da sostituire completamente, o addirittura un loro passo indietro che consenta l’ingresso in Fondazione di figure Senesi competenti in grado di garantire il rispetto delle finalità dello statuto in merito alla corretta gestione dell’Ente e alla tutela del territorio di riferimento.