SIENA. Da Pietraserena riceviamo e pubblichiamo.
“Abbiamo preso atto che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e Nomura International Plc hanno concluso, in data 25 settembre 2020, un accordo transattivo in relazione al procedimento dinnanzi al Tribunale di Firenze, promosso nel luglio 2013 da FMPS nei confronti di Nomura, di Giuseppe Mussari e di Antonio Vigni. Con questo accordo transattivo, sono state definite tutte le pretese di FMPS nei confronti di Nomura, che si obbliga al versamento di una somma, a favore di FMPS, pari a 28 milioni di euro senza alcun riconoscimento di responsabilità nei confronti di quest’ultima.
Non vogliamo entrare nel merito dell’equità dell’accordo, e nemmeno se sia conveniente declinare qualsiasi futura responsabilità di Nomura. Ci chiediamo però se sia giusto ed opportuno evidenziare il fatto che il raggiungimento di questo accordo e il relativo recupero di questa somma (non certo ingentissima, ma sicuramente significativa per il patrimonio attuale della Fondazione MPS) non sia anche frutto delle reiterate pressioni avanzate da alcune Associazioni Senesi per l’avvio delle opportune azioni di responsabilità. Pressioni sotto forma di comunicati stampa, interventi in assemblea MPS e in dibattiti pubblici, precisi e motivati esposti alle autorità nazionali ed europee, interrogazioni e mozioni in Consiglio comunale, che probabilmente hanno “costretto” la Fondazione MPS, ad attivarsi in tal senso, dopo tanti indugi, e dopo aver finalmente acquisito quelle consulenze che, evidentemente, hanno riconosciuto la legittimità e la fondatezza delle suddette istanze. Vicende ampiamente documentate nel sito pietraserena.wordpress.com, e pubblicate nel libro “MPS: cronaca di un disastro annunciato”.
Più o meno analoga considerazione si potrebbe fare per la richiesta stragiudiziale di 3,8 miliardi di Euro presentata dalla Fondazione MPS alla Banca MPS solo il 31 luglio scorso, che, pur lasciando molti dubbi sulla sua tempistica e legittimità (come spiegato dal DG Bastianini in sede di Commissione d’Inchiesta Parlamentare sulle banche), e su eventuali ricadute sull’attività di Banca MPS, potrebbe aprire altri scenari o favorire ulteriori accordi tra le varie parti.
Ci saremmo aspettati che, per onestà intellettuale, i vari enti interessati avessero riconosciuto la forte azione civica da parte di gruppi organizzati di cittadini a tutela degli interessi di Siena. Un esempio di civismo genuino, non interessato né strumentale. La sorprendente e perdurante inerzia riscontrata da parte di enti e istituzioni a sostenere e supportare tale azione di risarcimento per la città, non solo finanziario, ma anche morale, avrebbe potuto inficiare qualsiasi tipo di ristoro.
Comunque bene così, ma ci auguriamo che la lezione sia servita e che ora questi Enti diano adeguato supporto al Buongoverno MPS e all’avvocato Falaschi fortemente impegnati nei processi che si stanno tenendo presso il tribunale di Milano, che potrebbero portare finalmente all’accertamento di tutte le verità e responsabilità sul disastro Antonveneta”.