"Mansi: speriamo che alle parole seguano i fatti"
SIENA. E alla fine? habemus Presidente! Il “conclave” delle mediazioni politiche, delle contrapposizioni intestine, degli avventati passi in avanti e obbligate marce indietro (la candidatura di Pizzetti lanciata da Valentini, poi attribuita a un non ben identificato blog), il “vaglio dei curricula”, i numerosi rinvii della decisione (ben tre!) “alla ricerca della unanimità” (che poi – pare – non esserci stata data l’astensione del rappresentante della Curia, Grifoni), finalmente l’accordo è stato raggiunto sul nome di Antonella Mansi. I “misteri senes”?, citati dal deputato Paolucci, hanno dunque avuto la loro soluzione.
Onestamente avremmo preferito che tutto questo venisse risparmiato all’immagine della città, già gravemente compromessa dalle cronache (anche giudiziarie) di questi mesi, di cui dovremmo subire ancora per diverso tempo le conseguenze. L’ennesimo spettacolo delle lotte intestine, tutte interne al Partito egemone e al fallito e trasversale “Sistema Siena” (che così tanti danni ha causato al territorio), ha fatto strame di tutte le buone intenzioni sproloquiate in campagna elettorale, all’insegna di parole quale trasparenza, legalità, merito.
Non intendiamo qui dare giudizi sui “nomi” scelti, di cui qualcuno con le adeguate competenze, ma relegato in ruoli non apicali, per mancanza, probabilmente, di robusti sponsor politici: lo faremo più approfonditamente in un altro momento, alla prova dei fatti, valutando l’operato del nuovo management, svolto a tutela del territorio e a salvaguarda del patrimonio (ormai ridotto al lumicino) della Fondazione, registrando con prudente soddisfazione le linee di principio espresse nelle prime dichiarazioni dalla Presidente Mansi, e tuttavia mantenendo alta l’attenzione che alle parole seguano i fatti. Anche noi – come il Presidente – l’unica logica che conosciamo è quella dei risultati. E a Siena in questi anni se ne sono visti pochi. Soprattutto di positivi per la Città.
Quello che invece intendiamo criticare è il metodo con cui si è arrivati alla scelta. Un’Istituzione è divenuta campo di lotta politica (per giunta interna!) ad un partito. Noi crediamo che la Città non meriti questo. Le Istituzioni devono rappresentare e appartenere a tutti i Cittadini e non essere condizionate, più o meno direttamente, più o meno nascostamente, da una parte politica. Lo stesso nuovo Statuto della Fondazione pare fosse stato concepito per questo, o almeno per limitare al massimo le ingerenze dei partiti, coinvolgendo più massicciamente istituzioni terze. Nemmeno su questo pare che il nuovo Statuto, promosso da Mancini, dia le opportune garanzie. Del resto quanto vi è scritto non risulta così vincolante: l’obbligo da parte del Presidente di risiedere nella nostra Provincia, per esempio, è norma facilmente malleabile come ampiamente dimostrato. In una notte il problema si risolve. Questione marginale, si dirà, “norma medievale” (come la definisce il nuovo Presidente Antonella Mansi). Ma pur sempre regola, che andrebbe rispettata con maggior attenzione alla legalità sostanziale e non semplicemente formale. “Misteri senesi”, appunto. Gli stessi misteri che rendono poco chiaro il perché spesso si parli di “eccellenze locali”, “territorio ricco di risorse e competenze” e poi, quando c’è da scegliere per ruoli strategici e di responsabilità (con fortissime ricadute sulla Città), lo si fa sempre, “pescando di fori”. Il senso di appartenenza al territorio, l’amore per la Città, la sua cultura, le sue tradizioni non ci appaiono affatto caratteristiche secondarie rispetto a competenza, professionalità, o “relazioni”, per guidare la Fondazione.
Per questo, nella scelta degli organi amministrativi della Fondazione, avremmo molto apprezzato il riconoscimento dell’impegno civico di quei Senesi che hanno dimostrato con i fatti, in numerosi circostanze pubbliche, non solo l’attaccamento alla Città e alle sue Istituzioni, ma anche competenze e professionalità, spese nell’interesse di tutti, non condizionate da ingombranti appartenenze partitiche o personalità di riferimento.
Chi è chiamato a guidare le Istituzioni deve rispondere a tutti i Cittadini, non a una parte solamente. Questo è quello in cui crediamo, questo è quello che chiediamo come nuovo corso alla nuova Presidente e nuova Deputazione.
Ci auguriamo, dunque, che alle belle parole si facciano seguire subito fatti concreti, tenendo un atteggiamento più umile e meno arrogante di quanto si è visto in passato, iniziando con una drastica riduzione (se non l’azzeramento) dei compensi degli organi amministrativi, mettendo mano alle esagerate spese generali, non più in linea con gli ultimi bilanci della Fondazione e con un patrimonio ormai pressoché azzerato.
ASSOCIAZIONE PIETRASERENA