SIENA. Dall’Associazione Pietraserena riceviamo e pubblichiamo.
“L’articolo pubblicato dal quotidiano online indipendente “Lettera 43” potrebbe essere una “bomba”, a favore di Siena e del suo territorio. Oltre a dare un quadro preciso sulle poco chiare manovre che furono alla base dell’operazione Antonveneta, richiamando quelle posizioni portate avanti da alcuni piccoli azionisti fin dal 2007 e sulle quali oggi tanti furbetti tenterebbero di allinearsi, apre oggi un interrogativo molto serio e importante sulla possibilità di annullamento di detta operazione e quindi di restituzione dell’intero importo pagato, ovvero oltre 17 miliardi di Euro.
A prima vista la cosa può apparire come una “mission impossible”, ma l’esposizione di “Lettera 43”, insieme alle considerazioni, ma soprattutto alle norme di legge, citate dall’Avvocato Falaschi, piccolo azionista MPS ma anche patrocinante di numerose parti civili al processo di Milano, rendono la cosa non solo molto comprensibile, ma, a nostro avviso, giuridicamente sostenibile.
La ricostruzione sarebbe lunga e complessa, quindi, per brevità, diciamo subito che, secondo queste teorie, avallate da precisi articoli del Codice Civile – 1344-1346-1418 -, l’autorizzazione data da Banca d’Italia a MPS per l’acquisto di Antonveneta era nulla, e questo estenderebbe automaticamente alla nullità del contratto con Santander, ovvero alla inesistenza giuridica del contratto; pertanto i soldi pagati per un contratto che praticamente non esiste devono essere restituiti. La cosa molto importante è che l’eventuale azione per riavere indietro quanto pagato per un contratto nullo si prescrive in 10 anni, quindi nel 2018.
Non ci vogliamo dilungare su tutte le eventuali responsabilità che Consob, Bankit e Ministeri potrebbero avere in questa vicenda, ma ricordiamo solo l’ispezione della Bankit del marzo 2007 che indicava Antonveneta come una banca già in insolubile difficoltà, e, a distanza di un solo anno e con condizioni addirittura peggiori, la successiva autorizzazione della stessa Banca d’Italia all’acquisto della disastrata Antonveneta da parte di MPS ad un prezzo spropositato; autorizzazione condizionata ad alcuni provvedimenti, sembra poi mai attuati o controllati, e ad un “prezzo” di ca. 9 miliardi che diventò invece un “costo” di ca. 18.
Invitiamo quindi tutti i Cittadini di Siena, gli azionisti-risparmiatori-dipendenti MPS, ma anche gli esponenti politici locali e nazionali, a leggere attentamente l’articolo di “Lettera 43”, reperibile anche sul nostro sito, e ad attivarsi, finalmente e coralmente, per perseguire questo tentativo di adeguato risarcimento.
Come già detto potrebbe sembrare una “mission impossible”, ma crediamo che dopo anni di troppe esitazioni, e troppa passività da parte della maggior parte dei Cittadini, la possibilità che il territorio possa avere un totale o parziale risarcimento, almeno dei 17 miliardi gettato per una Banca che non valeva quasi niente, e con in pancia enormi problemi che poi hanno portato al disastro MPS – leggi crediti deteriorati -, possa e debba essere un dovere civico e una scossa per il recupero di orgoglio e dignità.
E soprattutto, l’ultima possibilità di riscatto per Siena e il suo territorio”.