
SIENA. L’attuale situazione della Banca MPS sta mettendo in luce tutte le debolezze e le ambiguità del sistema politico, sia locale che nazionale.
Per anni, a partire dal Comune di Siena, dalla Regione Toscana, per arrivare al Governo Italiano, tutti con evidenti responsabilità, la direttiva primaria è stata quella di ignorare o minimizzare il problema, marginalizzando o schernendo i pochi che, con coraggio e documenti, tentavano di opporsi a questi scempi, mettendo in luce le forti criticità e avanzando possibili soluzioni. Sono stati anni veramente imbarazzanti, con comportamenti discutibili dei soggetti pubblici, i quali, poco rigorosi nella ricerca di verità e trasparenza, hanno (non) agito con estrema debolezza, consentendo così il continuo rinvio dell’individuazione di responsabilità o anche “salvifiche”prescrizioni.
Ora che siamo all’epilogo, è veramente patetico il tentativo di tanti di questi, maggioranza e opposizione “interessata”, di passare per innovativi, tentare di negare i ruoli avuti, e di riacquisire una “verginità” irrimediabilmente perduta, anche con ridicole accuse reciproche.
In questo senso vediamo la richiesta del presidente della Regione Toscana Rossi in merito “alla pubblicazione dei nomi dei primi cento grandi beneficiari dei crediti facili concessi da Banca MPS”. Per carità, richiesta giusta e legittima, che salutiamo con piacere, ma che purtroppo sembra solo l’ennesimo “spot” fuori tempo massimo.
Anche lui arriva tardi, troppo tardi; richieste simili ma più ampie, quasi mai riprese dai media, sono già state fatte da anni, da noi, dall’Associazione Buongoverno MPS e dal Movimento Siena 5 Stelle, anche nelle opportune sedi, assemblee di Banca MPS e dibattiti pubblici, con esposti alla Banca d’Italia e alla Magistratura. Se Rossi avesse voluto fare veramente qualcosa, con l’obiettivo di evitare l’attuale situazione e affrontare concretamente anche l’aspetto dei crediti deteriorati, uno dei principali del disastro MPS post acquisizione Antonveneta, forse da lui conosciuto nei dettagli visto il suo ruolo politico e la sua anzianità in Regione Toscana, avrebbe dovuto appoggiare fin da subito le nostre richieste.
Inoltre, se veramente avesse avuto intenzione di fare luce su quanto accaduto a Banca e Fondazione MPS, avrebbe potuto rispondere alla chiamata della Commissione Regionale d’Inchiesta, che ha svolto un gran lavoro di indagine sul distorto rapporto tra Banca e politica, invece di sottrarsi per motivazioni incomprensibili.
Il comportamento di Rossi ricorda quello del presidente del Consiglio Renzi che, in occasione della tappa senese della campagna elettorale, garantì la massima chiarezza su Banca MPS; poi, forse perchè implicati nella vicenda tanti personaggi vicini al suo governo, ha preferito anche lui fare come i suoi predecessori: lavarsene le mani.
Ora che la situazione è fuori controllo, con grosse sollecitazioni a livello internazionale che non permettono più comportamenti di questo tipo, sono tutti costretti a tentare interventi tardivi, oggi particolarmente complessi e spesso penalizzanti per i cittadini.
Un quadro veramente desolante della politica italiana, responsabile della distruzione di un gioiello economico che non era una ricchezza di Siena ma di tutto il paese.
Comunque, a parte le chiacchiere e le diversità di vedute, ci aspettiamo una soluzione definitiva che tuteli la Città, i dipendenti, i risparmiatori e i piccoli azionisti di Banca MPS.
Associazione Pietraserena