SIENA. Da Pierluigi Piccini riceviamo e pubblichiamo.
“Gli eventi recenti
Il 12 novembre scorso Il MEF vende un ulteriore quota del 15% di partecipazione in Banca MPS che viene divisa rispettivamente tra Anima Sgr ( 3%) Gruppo Caltagirone (3,5%) Delfin (3,5 %) e Banco BPM (5%). Il Banco BPM ha appena depositato in Consob una Opa già da tempo annunciata su Anima Sgr e pertanto arriverà ad un 9% di partecipazione in MPS, affermando di non essere interessata al momento a superare la quota del 10%.
Il 26 novembre Unicredit lancia una OPS su Banco BPM per 10 miliardi di Euro uno scambio di azioni di 40 azioni di Banco BPM per 7 azioni di Unicredit. L’operazione durerà mesi e creerebbe la terza banca in Europa e la più grande dell’area Euro. Questa operazione non precluderebbe l’altra operazione che vede impegnata Unicredit in una scalata della banca Commerzbank osteggiata però dal governo tedesco.
Come le tre banche sono arrivate alla situazione attuale
Unicredit ha trascorso gli ultimi tre anni sotto la gestione di Andrea Orcel il quale ha riorganizzato il Gruppo rifocalizzandolo sulle aree di maggior interesse economico e ottenendo ottimi risultati dal punto del rendimento finanziario e della capitalizzazione di Borsa che in meno di quattro anni la è passata da circa 12,50 a quasi 60 miliardi di euro. Valeva il 40% di Intesa Sanpaolo, mentre oggi l’ha quasi raggiunta a Piazza Affari. I tassi di interesse in crescita hanno dato una spinta a tutte le banche europee a fare utili e guadagnare valore in borsa. Sotto la guida di Andrea Orcel, attuale ad di Unicredit, le azioni sono salite di oltre il 370% contro una media italiana del 160%. L’operazione Unicredit-BPM porterebbe alla nascita di un colosso così grande da non poter essere scalato dall’esterno. Unicredit ha registrato una crescita del prezzo delle azioni del 42% negli ultimi 12 mesi raggiungendo una capitalizzazione di 58,6 miliardi di Euro.
Banco BPM ha continuato negli ultimi anni ad operare per crescita interna e attualmente capitalizza circa 10 miliardi di Euro. Il suo attuale obiettivo è diventare un attore principale del settore del risparmio gestito domestico attraverso l’acquisizione di Anima Sgr. Inoltre, intende rafforzare la sua posizione di terzo gruppo finanziario italiano. L’apprezzamento del titolo nell’ultimo anno è stato del 37%.
Il boom delle azioni di Banca MPS riduce il costo per lo Stato Italiano del salvataggio complessivo, stimabile in 7 miliardi tra ingresso nel capitale (3,80 miliardi), rimborso delle obbligazioni subordinate (1,60 miliardi) e aumento di capitale (1,60 miliardi). Nonostante i notevoli rialzi di valore delle azioni MPS, ad oggi le varie operazioni di vendita della partecipazione hanno inflitto ai contribuenti italiani la perdita di Euro 3,05 miliardi.
(Esborso dello Stato per la quota del 52,5% finora venduto Euro 5,72 miliardi – incasso vendite Euro 2,67 miliardi = perdita Euro 3,05 miliardi)
Banca MPS sotto la guida di Lovaglio ha sicuramente migliorato la sua performance finanziaria grazie ad una profonda ristrutturazione oltre a due elementi fondamentali: la riduzione dei costi del personale e la chiusura dei contenziosi legali dopo le assoluzioni nei processi del management che guidava la Banca MPS nel periodo durante il quale sono stati accumulati oltre 20 miliardi di sofferenze, che hanno costretto lo Stato ad intervenire per salvare la Banca dal fallimento. Il prezzo del titolo è infatti salito del 100% negli ultimi 12 mesi raggiungendo una capitalizzazione di 7,5 miliardi di Euro.
Gli obiettivi di ciascun attore
La mossa di Orcel conferma ciò che era già noto da tempo: egli non ha alcun interesse in Banca MPS altrimenti avrebbe dato il via all’acquisizione tre anni fa, spinta dall’allora governo, ma dopo essere entrato in negoziati con il Tesoro, alla fine ha abbandonato il dossier su Siena. Unicredit ha attualmente a disposizione diversi miliardi di capitale in eccesso da impiegare. Andrea Orcel aveva dichiarato mesi fa che avrebbe acquisito un’altra banca o sarebbe stato costretto a remunerare gli azionisti, tramite ad esempio la distribuzione di un maxi-dividendo. Alla fine, nel giro di poche settimane Orcel ha tirato fuori due operazioni straordinarie: una sul mercato tedesco e l’altra su quello domestico. L’investimento effettuato nel capitale di Commerzbank, che capitalizza 17,2 miliardi di Euro, viene considerato dal manager un importante investimento con la possibilità di sfociare dopo le naturali discussioni e trattative ad una eventuale integrazione. L’OPS su Banco Bpm rappresenta invece un obiettivo storico per Unicredit. Essa può creare valore e rafforzare la posizione in Italia dove, secondo Orcel, il sistema bancario ha bisogno di essere consolidato.
Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM è naturale che stia cercando di evitare l’operazione di acquisizione da parte di Unicredit poiché segnerebbe la fine del suo ruolo di manager storico nell’istituto oggetto dell’OPS. D’altronde le aggregazioni bancarie nell’Unione Europea sono state spesso auspicate dalla BCE. E’ probabile che l’operazione di acquisizione del Banco BPM vada alla fine in porto, dato che il mercato spinge in quella direzione; richiederà comunque tempo dato le naturali obiezioni portate avanti dall’attuale consiglio di amministrazione della banca oggetto dell’acquisizione, appoggiati da rappresentanti di spicco della Lega. Se si va a vedere nei dettagli questa operazione, essa ha delle dimensioni non così rilevanti a livello continentale. E l’obiettivo di Unicredit è raffozarsi nella zona più ricca del paese e indirettamente aumentare la sua forza nell’asset management con Anima Sgr.
Molti voci si sono levate, soprattutto da ambienti politici, in favore della possibile nascita di un terzo polo bancario in seguito al recente acquisto da parte di Banco BPM, Delfin e Gruppo Caltagirone di una quota complessiva del 15% in Banca MPS. L’elemento critico di tale progetto è che sembrerebbe fortemente voluto da alcune forze politiche, in special modo la Lega. Purtroppo, ogni qualvolta si realizzano tali intromissioni i risultati non sono mai positivi e talvolta disastrosi, come la storia bancaria degli ultimi anni insegna, in special modo nelle contrade senesi, ma non solo. Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca MPS infatti tace e si concentra nel continuare il buon lavoro sinora svolto alla guida dell’istituto senese. Oltretutto, una fusione con una banca con sede a Milano, e con una capitalizzazione maggiore del 50%, comporterebbe nel tempo, quasi sicuramente, uno spostamento del centro decisionale del gruppo verso la capitale finanziaria del Paese.
E’ probabile che Unicredit, nonostante le obiezioni dell’attuale governo tedesco, dopo le prossime elezioni politiche in Germania nelle quali viene ritenuta probabile una vittoria della CDU, riesca nella sua scalata sulla Commerzbank, favorita anche dalla Banca Centrale Europea. Per la OPS sul Banco BPM, l’incognita è legata alla capacità di disturbo della Lega a tale operazione, anche se con il passare del tempo, i meccanismi finanziari diventano sempre più difficili da bloccare, grazie anche in questo caso al beneplacito della BCE. Unicredit, banca con sede in Italia, diventerebbe così un “Big Player” a livello non solo europeo ma perfino globale, con una capitalizzazione che andrebbe a sfiorare i 90 miliardi di Euro.
E Banca MPS? Continuerebbe il suo progetto di rafforzamento finanziario e reddituale con un nocciolo duro di imprenditori italiani che le darebbero stabilità e sicurezza, oltre allo Stato Italiano che potrebbe conservare per il momento una quota residuale. Una banca del territorio”.