Pietra Serena chiede all'amministrazione maggiore attenzione per i cittadini
Pur constatando che ci sono dei lavori in corso, nel tentativo di migliorare finalmente questa parte di Siena veramente poco piacevole e che necessitava da anni di un doveroso intervento, non riusciamo a comprendere come si possa offrire uno spettacolo così desolante di una Città come la nostra, riducendone anche la sicurezza; siamo nel 2011 e sistemi per illuminare provvisoriamente un luogo ce ne sono molti a disposizione, anche poco costosi, o probabilmente gratuiti se chiesti ad aziende della zona, alcune delle quali specializzate proprio in questo settore (una di queste illumina a giorno le piste di Formula 1 che si corrono in notturna).
Questo è un comportamento di amministratori poco attenti al decoro e alla vivibilità, che sembra dare un quadro preciso della loro sensibilità e del loro buon gusto, ricordando anche le giuste rimostranze di chi ha contestato il permesso dato per l’installazione delle luminarie natalizie nel periodo delle festività dei “santi” e dei “morti”, e le lamentele, anche attualissime, su altre zone di Siena scarsamente illuminate e molto trascurate.
Vogliamo pertanto ricordare che la nostra Associazione ha già annunciato che si attiverà di nuovo in Consiglio Comunale proprio con una proposta su videosorveglianza e potenziamento dell’illuminazione pubblica sia nel Centro Storico che nelle periferie. A meno che, come dice qualcuno, speriamo scherzosamente, non sia l’inizio di un austerity che potrebbe colpire sempre maggiormente il nostro territorio, considerando che le sue principali Istituzioni sono state impoverite da una gestione scellerata da parte di inadeguati amministratori.
In questo senso la nuova trimestrale della Banca MPS sembra confermare appieno questi timori: negli ultimi tre mesi il MPS ha praticamente fatto pari, registrando un misero utile di 43 milioni, quasi tutti ottenuti dalla plusvalenza della “svendita” del Palazzo dei Normanni a Roma, e in nove mesi solo 305 milioni, anche questi derivanti in gran parte da poste straordinarie, ai quali andranno sottratti a fine anno ca. 160 milioni di interessi dei Tremonti Bond, ancora non restituiti, nonostante che l’ultimo aumento di capitale prevedesse proprio questo impegno. E la Fondazione che dovrà restituire un debito di 600 milioni di Euro.
A questo punto viene da chiederlo anche a noi: ma siamo davvero in bolletta?