La candidata dei Riformisti chiede nerme per conliare privato e lavoro
SIENA. La presenza delle donne in politica e nel mondo del lavoro è un tema che da sempre è presente nel dibattito, alle volte anche in modo un poco troppo retorico o strumentale al consenso del momento. Per i Riformisti le donne presenti nella lista dei propri candidati sono importanti per le idee che hanno e per quanto sono in grado di rappresentare, non certamente per un’ipotetica ‘parità di genere’ che francamente lascia il tempo che trova.
Lucia Pianigiani, candidata al Consiglio Comunale nelle prossime elezioni è un esempio di questo, ed ha le idee chiare sul ruolo delle donne nella politica e nel mondo del lavoro: “Nel periodo antecedente la presentazione delle liste ho sentito spesso parlare di quote rosa e ho notato che molti, ancor prima di leggere i nomi, hanno contato quante fossero le candidate in ciascuna lista. Ai Riformisti è stato chiesto perché avessero candidato solo sei donne. La ragione è molto semplice: la nostra lista rispecchia la realtà e noi siamo in lista perché siamo noi, non perché siamo donne. Anche a me piacerebbe che in politica la rappresentanza maschile e femminile fossero percentualmente paritarie, ma purtroppo non è ancora così e il motivo, analogamente a quanto accade nel campo professionale, è da ricercare nella mancata applicazione delle politiche di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Il nostro territorio non è certo carente di donne che (oltre al senso pratico che contraddistingue coloro che sono da sempre abituate a barcamenarsi tra mille impegni e responsabilità quotidiane) possono mettere al servizio della collettività e degli organi di amministrazione un eccellente bagaglio culturale e professionale. Quello che manca, per far sì che le donne non siano costrette a scegliere tra realizzarsi professionalmente o dedicarsi agli impegni familiari che continuano a gravare principalmente su di loro, è l’attuazione delle politiche di conciliazione che esistono sulla carta, ma raramente nella realtà: si debbono creare condizioni di effettiva parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro e nella società civile, rimuovendo gli ostacoli che discriminano le donne lavoratrici in generale e le imprenditrici in particolare. Relativamente ai servizi sarebbe utile rendere più flessibili gli orari degli asili nido e delle scuole materne, che raramente rispondono in modo efficace agli orari delle mamme lavoratrici, in particolare di quelle sottoposte a turnazione, autonome o imprenditrici, con orari di lavoro lunghi, non sempre flessibili e responsabilità non facilmente delegabili. Comprendo perfettamente che la crisi economica non facilita il reperimento delle risorse necessarie, ma l’amministrazione dovrebbe considerare che i costi delle strutture private superano spesso il guadagno di chi ha appena intrapreso la propria carriera professionale e che non tutte le giovani mamme possono contare sul supporto dei nonni ”.
Lucia Pianigiani, candidata al Consiglio Comunale nelle prossime elezioni è un esempio di questo, ed ha le idee chiare sul ruolo delle donne nella politica e nel mondo del lavoro: “Nel periodo antecedente la presentazione delle liste ho sentito spesso parlare di quote rosa e ho notato che molti, ancor prima di leggere i nomi, hanno contato quante fossero le candidate in ciascuna lista. Ai Riformisti è stato chiesto perché avessero candidato solo sei donne. La ragione è molto semplice: la nostra lista rispecchia la realtà e noi siamo in lista perché siamo noi, non perché siamo donne. Anche a me piacerebbe che in politica la rappresentanza maschile e femminile fossero percentualmente paritarie, ma purtroppo non è ancora così e il motivo, analogamente a quanto accade nel campo professionale, è da ricercare nella mancata applicazione delle politiche di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Il nostro territorio non è certo carente di donne che (oltre al senso pratico che contraddistingue coloro che sono da sempre abituate a barcamenarsi tra mille impegni e responsabilità quotidiane) possono mettere al servizio della collettività e degli organi di amministrazione un eccellente bagaglio culturale e professionale. Quello che manca, per far sì che le donne non siano costrette a scegliere tra realizzarsi professionalmente o dedicarsi agli impegni familiari che continuano a gravare principalmente su di loro, è l’attuazione delle politiche di conciliazione che esistono sulla carta, ma raramente nella realtà: si debbono creare condizioni di effettiva parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro e nella società civile, rimuovendo gli ostacoli che discriminano le donne lavoratrici in generale e le imprenditrici in particolare. Relativamente ai servizi sarebbe utile rendere più flessibili gli orari degli asili nido e delle scuole materne, che raramente rispondono in modo efficace agli orari delle mamme lavoratrici, in particolare di quelle sottoposte a turnazione, autonome o imprenditrici, con orari di lavoro lunghi, non sempre flessibili e responsabilità non facilmente delegabili. Comprendo perfettamente che la crisi economica non facilita il reperimento delle risorse necessarie, ma l’amministrazione dovrebbe considerare che i costi delle strutture private superano spesso il guadagno di chi ha appena intrapreso la propria carriera professionale e che non tutte le giovani mamme possono contare sul supporto dei nonni ”.