Tra le altre situazioni problematiche: stagione teatrale, Istiuto Franci, mostre, eventi, trasporti...
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SIENA. Nel corso dell’incontro di oggi pomeriggio, oltre che delle elezioni anticipate, s’è parlato anche del Santa Maria della Scala e di altre aree problematiche.
“La strada per salvare il Santa Maria della Scala – afferma Rita Petti, responsabile cultura del Pd – e ripensarne il ruolo anche in funzione della sfida di Siena capitale della cultura 2019 era stata chiaramente tracciata dal sindaco Franco Ceccuzzi, con due azioni che servivano a superare i problemi del breve termine ed a impostare il lavoro a medio e lungo termine. La manovra economica, non approvata dal Consiglio Comunale del 5 giugno, avrebbe garantito le risorse per tenere aperto il complesso museale ancora per un anno. Votare o consentire il voto sarebbe stato un atto ‘a-politico’ di concreta solidarietà, anche con i lavoratori, oltre che di amore per la città. L’istituzione di una fondazione di partecipazione pubblico-privato per gestire il Santa Maria, giunta ormai alla fase operativa dopo l’approvazione dello statuto, avrebbe, invece, permesso di programmare una nuova stagione per l’antico Spedale in linea con la diminuzione delle risorse della Fondazione Mps e con le aspettative della città. Processi interrotti dalla crisi del Comune, che oggi producono i gravi effetti che proprio la manovra di correzione di bilancio avrebbe evitato. Parlare di chiusura del Complesso Museale è comunque allarmistico, dannoso e fuorviante poiché ci sono servizi garantiti dai dipendenti comunali (book-shop, Biblioteca e Fototeca Briganti, Uffici comunali, Sede dell’Unità operativa di candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019, Museo per Bambini) e altri che potrebbero essere ‘conservati’ con lo sforzo di mantenerli in piedi nella fase della gara (Pellegrinaio, Museo archeologico e visite guidate) affinché non vadano perduti i posti di lavoro, lavorando perché la limitazione dei servizi sia portata al minimo”.
La difficile stagione che sta vivendo Siena non si ferma al Santa Maria della Scala. Ci sono altre istituzioni e servizi che possono essere messi in discussione, ci sono strategie su grandi temi da mettere in campo. Se oggi è un problema reperire ottocentomila euro per il Santa Maria della Scala, quale sarà il destino, l’anno prossimo, dell’istituto musicale “Rinaldo Franci”, della stagione teatrale, delle residenze artistiche, delle mostre d’arte, dei grandi eventi? Che fine faranno i servizi aggiuntivi che il Comune offre, e che non sono obbligatori per legge, come il contributo affitti e tante forme di assistenza? Ci sono poi scelte strategiche fondamentali per il futuro di Siena che si stanno compiendo in questi mesi. Ci riferiamo al trasporto pubblico urbano ed extraurbano, che vede la Regione Toscana impegnata verso una gara unica regionale che Siena non condivide in pieno e che stava cercando, con successo, di modificare. C’è la partita della gestione della risorsa “acqua” prossima ad una revisione generale in Toscana. Ci sono le scelte da fare per rilanciare le attività produttive, la nostra Università, per definire il ruolo che la Fondazione Mps dovrà avere nei prossimi anni.