I dati della CE certificano il flop delle politiche economiche e del credito toscani
E’ tempo di cambiare, subito. Il tempo è scaduto. Sono necessari provvedimenti immediati e drastici per la riduzione della spesa in tutti gli enti pubblici, comprese le società partecipate e le municipalizzate. Il livello di complicazione burocratica crescente è un costo per le imprese evidentissimo. Considerando le imposte dirette, quelle indirette e accessorie (costi della burocrazia) uno studio recente della Cna ha quantificato nel 73.4% il totale che le imprese pagano sul loro reddito, segnando un +12% circa in due anni. E’ altresì necessario rivedere le politiche regionali sul credito e i progetti di sviluppo, fermando e rimodulando quelli che palesemente stanno fallendo.
I numeri della crisi ed il fallimento di gran parte delle politiche regionali sono stati messi nero su bianco anche dall’Irpet e da Unioncamere nell’ultimo rapporto, confermando quello che da tempo diciamo ad alta voce. Nel primo trimestre 2013 in Toscana la produzione dell’industria manifatturiera è calata del 4.9%, confermando la situazione critica di tutto il comparto regionale, nonostante i timidi segnali che si erano visti a fine 2012. Anche un altro settore trainante come quello dell’edilizia offre pochi spazi di fiducia. Il numero dei lavoratori è infatti in calo del 13.3% e le ore lavorate del 21.9% (fonte Casse Edili).
Guardando il complessivo delle imprese i fallimenti ed altre procedure concorsuali hanno portato ad un +34,7% delle chiusure. Le preoccupazioni aumentano se guardiamo anche i numeri dei primi bilanci depositati dalle società di capitali: quelle che hanno chiuso l’esercizio 2012 in perdita sono aumentate del 11.3% rispetto al 2011. Rispetto ad un calo nazionale del 1.8%, in Toscana nel primo trimestre 2013 la flessione è stata del 2.4%, con i disoccupati che sono cresciuti del 14.4%, portando il tasso di disoccupazione regionale al 9.7%, in aumento di 1,3 punti nello stesso periodo di riferimento
Questi i freddissimi e certi numeri dell’Irpet e di Unioncamere, che dovrebbero far suonare più di un campanello di allarme nella regione e cambiare radicalmente, come detto, le politiche economiche della Toscana. Prendendo la sintesi finale dell’ultimo rapporto anche la situazione di Siena è così radiografata: “In forte difficoltà il manifatturiero: -10,9% la produzione, -13,4% il fatturato e -4,8% gli ordinativi totali, crescono leggermente quelli esteri (+0,5%). Neppure le esportazioni (-1,8%), complice il crollo della farmaceutica, supportano l’economia provinciale. Pessimi risultati nel mercato interno, dove la crisi (-7,5% le vendite al dettaglio) risparmia solo ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+0,1%). In calo anche il numero delle imprese (-0,2%)”.
Fabio Petri – presidente Cna Siena