SIENA. Da Per Siena riceviamo e pubblichiamo.
“L’assessore Tirelli e il sindaco di Siena si stanno prodigando in una operazione narcisistica: annunciano al mondo che esistono. Vanno in Cina e fanno appendere manifesti a Milano, senza apparente motivo, perché a loro basta dire: «Ci siamo». La gita cinese non ha prodotto nient’altro che i consueti accordi tra Università, mentre i manifesti giganteschi in vie secondarie di Milano o di Siena hanno pubblicizzato nelle scorse settimane un prodotto destinato a rimanere virtuale: il Convention Bureau.
Il movimento Per Siena lo ha rimarcato in Consiglio comunale, in una interrogazione sulla campagna di affissioni. Del resto, chi vorrà organizzare un piccolo convegno a Siena continuerà ad arrangiarsi con le aziende private e a prenotare al Comune una piccola sala. Alla fine saranno presenze marginali, in gran parte giornaliere, visto che perdurerà l’assenza di un palazzo dei congressi e di un unico centro attraverso il quale prenotare e offrire in maniera razionale servizi, pasti e posti letto. Il progetto è pressoché inutile, ma non importa: più che pubblicizzare una Siena “città dei congressi”, che esiste solo sulla carta, si vuole appagare la vanità di una Amministrazione comunale. Il Convention Bureau è, dunque, solo una scusa per apparire.
In ogni caso, Tirelli non potrebbe far altro: non conoscendo la ricchezza culturale senese, adotta degli standard pescati altrove. E così Siena si trasforma nella brutta copia di Arezzo per il Natale, di Rimini per i congressi e di tante altre città per le mostre, i concerti e lo street-food. Si producono eventi improvvisati, che non tengono conto delle istituzioni o delle tradizioni legate alla cultura, alla musica, al cibo. Un patrimonio che potrebbe fare la differenza viene soffocato da una omologazione verso il basso che i manifesti, come il trenino natalizio o la ruota panoramica, non possono coprire.